Arrivo in una sera d’estate e la trovofiabescamente addobbata per l’evento Gradara The magic Castle, uno dei tanti che si susseguono tra le mura possenti di questo castello. Farfalle e zucche giganti rallegrano il borgo, in netta contraddizione con la sua vera storia… si è svolto qui il dramma passionale di Paolo e Francesca, da Dante raccontato con la famosa terzina…
«Amor, ch’ al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense» (Dante Alighieri, Inferno V, 100-107)
Gradara è considerata la Capitale del Medioevo italiano ed è per tutti gli appassionati di questo periodo storico un punto di riferimento. Il possente castello, che domina dalla collina spaziando a 360° dal mare all’entroterra, è stato sapientemente restaurato da un privato negli anni ’20 ed è visitabile con tour “a tema”. Numerosi gli eventi che si susseguono, tra cui (oltre al dramma di cui sopra), una rievocazione storica di un “assalto al castello” molto suggestiva.
Un tuffo nella storia, letteratura e gastronomia! E nelle favole del Gradara The magic Castle!
My tips:
passeggiata sui camminamenti di ronda, la vista spazia dall’ Adriatico all’entroterra, consiglio al tramonto… (ingresso €2,00)
Mangiare: “Al Giardino Segreto”, proprio accanto al castello e sotto le mura si apre questo giardino con vista panoramica sui dintorni. Un’ ottima piadina sfogliata e birra artigianale locale Del Catria.
Gallery fotografica di una mezza giornata passata a scorrazzare tra i templi di Ayutthaya.
Ad un’oretta circa da Bangkok (dipende dal traffico) ci si lascia alle spalle il delirio della metropoli per immergersi in un’oasi di storia, arte, cultura e spiritualità, alla ricerca del Thai Mood.
Gallery fotografica di una mezza giornata passata a scorrazzare tra i templi di Ayutthaya. Thai Mood work in progress.
Un altro intenso giorno attraverso questa stupenda regione… Deep Inside… Basilicata!! Inizio dal Lago di San Giuliano, Riserva Naturale Oasi WWF a pochi km da Matera. Le rive sono coperte di un tappeto di erba verde che sembra appena tagliato, mi spiegheranno poi che sono le pecore a brucarlo così… altro che tosaerba!!! Mentre bivacco al sole sulla riva, incontro un nonno con nipotino che passeggiano, ed incuriosito da una ragazza sola, con la tipica gentilezza degli anziani, mi attacca bottone. Nel mentre arriva un gregge di pecore che ci passa tutto intorno e prosegue il suo cammino. Arriva anche il pastore, amico del nonno, soliti convenevoli, tira fuori un thermos di caffè, dei bicchierini di plastica e ce lo offre. Mi fanno tantissime domande sulla mia città, sul Nord, ma a mia volta sono incuriosita da loro… non parlano dialetto, ma in italiano corretto e forbito e con poco accento… infatti, il nonno è un professore in pensione, mentre il pastore ha studiato Legge, era avvocato, ma ha preferito tornare alla vita dei suoi avi… lezioni di vita. Touchée!
Proseguo, mi fermo a Miglianico, giratina in piazza ed intorno al Castello del Malconsiglio (chiamato così perché qui è avvenuta la congiura dei Baroni del 1485 contro gli Aragonesi) ma è chiuso (è l’ora di pranzo…), mi rimetto in moto.
Da qui inizio a studiare le varie strade provinciali che mi porteranno a Melfi entro sera. SP8 poi SP del Fondo Valle Basentello + SP Val Fosso Acqua di Lucania + SPexSS96 fino a Irsina, altra chicca arroccata su un cucuzzolo tufaceo. Sono innamorata persa di queste colline e di ogni paesino arroccato sul tufo; la mente si libera e fa spazio.
Continuo sulla SP96, la strada inizia a salire, all’orizzonte il Vulture si fa sempre più nitido; passo da Oppido Lucano e sulla SS169 arrivo a Pietragalla (circa 800 mt slm) dove mi fermo a vedere gli antichi palmenti. Sono antichissime costruzioni rurali dove avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto. Non a caso sto entrando in terra di vini, nello specifico di un grande rosso, l’Aglianico del Vulture DOC, ottenuto dal medesimo vitigno e da alcuni chiamato il Barolo del Sud.
Sulla strada trovo Castel di Lagopesole, visto che Miglianico era chiuso, mi tolgo le voglie di storia e cammino dove Federico II amava ritirarsi (uno dei miei personaggi storici preferiti).
Arrivo a Melfi al B&B Le Camelie, giusto il tempo di prendere possesso della camera (grande e confortevole) che il tempo stringe e riparto per Venosa, la presunta città di Orazio che mi era rimasta fuori dal percorso ed a cui ho potuto dedicare solo poche ore. Un peccato, perché tra vedere e fare, valeva la pena decisamente di più. Arrivo in città in un’allegra sera di agosto, con spettacoli in piazza ed una bellissima luna piena ad accompagnarmi.
Rientrando a Melfi al B&B, mi fermo a comprare dell’acqua ad un baracchino e nell’accostarmi al marciapiede esplode una gomma della macchina… il rumore attira la gente che era li nei dintorni… il luogo si rivela essere il posto delle sagre e dei concerti del paese e ne era appena finito uno… volenterosi soccorritori per fortuna non sono mancati!! Racconto brevemente la mia storia, che volevo prendere solo dell’acqua, andare a fare due foto al castello e poi a nanna… Francesco “O’Cines” e Pietro “l’Assessore” prendono in mano la situazione: chiamano a rapporto dei ragazzi più giovani per spostarmi l’auto dove non intralci, mi danno l’acqua, un po’ di cocomero in vaschetta, obbligano altri a portarmi al castello per le mie foto e poi al B&B. L’indomani mattina avremo risolto il problema della gomma. Organizzazione Top!! Grazie ancora a tutti i ragazzi che mi hanno aiutata!!
DAY 4
Anche grazie al proprietario del B&B, che mi ha accompagnata da un gommista ed a recuperare il mezzo, con una spesa minima ed in poco tempo risolviamo il dramma gomma e tutta contenta, di nuovo padrona della mia libertà di movimento, me ne vado a Rionero in Vulture, dove avevo la prenotazione per la visita e la degustazione a Le Cantine del Notaio … un viaggio nel magico mondo del vino, fin nelle sue antiche radici, nel suggestivo scenario delle cantine scavate nel tufo secoli or sono. Un ringraziamento speciale a Luana che ha guidato la visita con professionalità, simpatia ma soprattutto tanta passione!
Finisco il tour che è l’ora di pranzo e mi consigliano di andare a fare un giro ai laghetti vulcanici di Monticchio, incastonati nel massiccio del Vulture. Passeggio intorno al più piccolo, appena 1km di circonferenza… Natura, silenzio, pace nel verde dei boschi che mi circondano… una perfetta cartolina di saluti…
Con immenso dispiacere il mio viaggio Deep Inside Basilicata finisce qui, un arrivederci sincero e grato, quasi commosso (sarà il vino 😉 ) a queste terre ed ai suoi abitanti. Quattro giorni intensi e stancanti, ma allo stesso tempo rigeneranti, spesso distaccata dal mondo per riprendere contatto con il mio. Deep Inside.
Arrivederci Basilicata!
A me.
Agosto 2016
Silvia Rossi
E non le fai delle altre tappe risalendo l’Italia verso Firenze?? Dove? Cosa? seguitemi… 🙂
Agosto 2016: “Deep Inside Basilicata” è stato il mio primo viaggio in solitaria che non fosse per lavoro, il primo viaggio al Sud. Non so quale istinto mi abbia portato a scegliere questa meta, sta di fatto che me ne sono così innamorata che trovo continui nessi con la mia amatissima Toscana 😉 . Una regione da esplorare in ogni suo paesino, dal mare alla montagna, ai boschi, alle infinite distese di campi e uliveti.
DAY 1: da Maratea a Matera
Dopo qualche giorno di relax sulla costa Tirrenica, al confine tra Basilicata e Calabria, in ottima compagnia ed in assoluto stile locale, mi lascio alle spalle lo spacco roccioso della costa Tirrenica Lucana, la folla ed il chiasso del Ferragosto appena passato.
Saluto Maratea, una delle perle del Tirreno, il mare, il Barbanera Beach Bar ed anche il Cristo Redentore: non sono religiosa ma non vorrei s’offendesse ;);), è simbologia pura, e poi diciamocelo, fa un po’ Rio 😉 Mi sembra un ottimo punto per far iniziare il viaggio!
E’ subito coda sulla SS18 che serpeggia lungo la costa a strapiombo sul mare, causata da un incendio, uno dei tanti che ogni estate imperversano in queste terre… 🙁 … almeno c’è il panorama… blu mare e cielo che si confondono all’orizzonte nella calura estiva. Addentrandomi sulla SP3 Tirrena la strada inizia a salire e dopo pochi km la macchia mediterranea inizia a far posto a paesaggi brulli e rocciosi che si alternano a boschi di montagna.
Arrivo a Lauria senza aver incontrato un’anima… qualche foto al suggestivo panorama appenninico poi proseguo per la SS19 Delle Calabrie fino alla SS653 Sinnica che si snoda quasi elegante lungo il fondovalle del fiume Sinni fino alla costa Jonica. I panorami qui mi rapiscono, le montagne boscose dell’ Appennino Meridionale sovrastano la strada che bordeggia i confini nord del Parco Nazionale del Pollino (il più grande d’Italia), dove eroici paesini arroccati ti guardano sospettosi dall’alto. Nel mezzo scorre il Sinni, un po’ in secca ad agosto, greggi di pecore annoiate brucano la poca erba delle rive, in una ruralità di un tempo passato quasi surreale .
Passo Latronico, Episcopia, costeggio il Lago di Monte Cotugno e qui riesco ad intrufolarmi fin sotto la diga ed a risalire sull’altro lato ad ammirare il panorama. Mi fermo a Valsinni per un caffè edimparo la triste storia della poetessa cinquecentesca Isabella Morra vi invito a leggerla… una storia così antica, così attuale in alcuni drammatici dettagli.
Adesso i paesaggi sono più dolci, distese di campi e oliveti intervallano colline tufacee disegnate da scenografici calanchi che mi ricordano molto alcune parti della mia amata Toscana. E poi ancora grotte e canyon che si sono formati con l’erosione del tempo. Attraverso la Val D’Agri, l’altra grande valle della Basilicata in direzione Craco, un must to see, la famosa ghost town italiana, set di numerosi film (Craco Museum). Continuo verso la meta finale, fino alla SS407 Basentana. Pisticci, Ferrandina, e Miglionico ed altri paesi, arroccati sulle estremità dei colli più impervi, da sempre a difesa di sé stessi.
Inizio ad intravedere Matera, ma riesco a perdermi sul finale, sulla strada per l’agriturismo sconfinando in Puglia… salgo per qualche curva ed all’improvviso un altopiano infinito di campi appena arati dopo la mietitura fino all’orizzonte (Le Murge??!!). Nel mentre, il tramonto sull’altopiano, che bello perdersi!!! Sono stanca, il navigatore (in botta) mi sta facendo girare a vuoto per le strade bianche senza trovare il posto… per fortuna incontro degli anziani contadini, gli chiedo info sulla Masseria La Fioritaed uno mi risponde “macchè fiorit’ qui è tutt’appassitt’ ” Sto ancora ridendo! Uno di loro poi mi fa strada col motorino. La Masseria è deliziosa, pensata nei minimi dettagli per gli ospiti e Maria Laura è una padrona di casa stupenda! E’ immersa in un’oasi verde e da vera fattoria che è, ha gli animali e le produzioni. Ceno all’agriturismo Le Matinellesul poggio accanto, crostoni con cicoria e purea di fave e patate tutto km 0 e bio! (ottimo!).
DAY 2: Matera Capitale della Cultura Europea 2019
Mi sveglia presto un tintinnare di campanelli, incuriosita mi affaccio e vedo la scena del pastore che apre il recinto e tutte le pecore in fila, ordinate, escono e si dirigono al pascolo passando per l’aia proprio sotto la finestra: le saluto (come sempre, porta bene!) e ci auguriamo una buona giornata! Con molta calma vado verso Matera, fortunatamente non ci sono resse di turisti, trovo facilmente parcheggio, un panificio per un pranzo al sacco che mi gusterò più tardi arroccata su un sasso, e via! Su e giù per le stradine, girando in lungo e largo i Sassi. A meno che non si sia interessati a visitare ogni singola chiesetta, si gira velocemente ed è piacevolissimo perdersi per vicoli e stradine. Dopo qualche ora torno alla macchina e vado al belvedere nel Parco della MurgiaMaterana da cui si ha una splendida vista sui Sassi. Ci sono anche vari percorsi a piedi ma purtroppo un temporale in arrivo fomenta la mia pigrizia. Vado a rilassarmi un po’ in agriturismo per poi tornare in città per cena ed ammirare Matera by night. Da non perdere!
La Basilicata che non mi aspettavo mi ha conquistato!
Lo dico sempre che fare la turista in casa è meraviglioso, godersi tutta questa bellezza senza lo stress della quotidianità… staccare e provare a fare finta di non essere del luogo… ed è possibile perché mi meraviglio sempre!!
Questa volta l’ occasione l’ha creata un’amica, che per festeggiare un evento speciale, ha riunito a Firenze una decina di amici arrivati da varie parti d’Europa e d’Italia, organizzando l’intero weekend. A me solo gli onori della “padrona di casa”.
Il ritrovo, nonché base dei giorni successivi, è la Residenza d’ Epoca Torre dei Lari, un’antica villa in zona Bellosguardo. La camera “Forte Belvedere” la dice tutta sulla vista, poi colazione in giardino, piscina con angoli idromassaggio… assolutamente inserito nella mia lista “da consigliare”.
Il programma del sabato:
in mattinata visita a la Fattoria Le Filigaresulle colline nei dintorni di San Donato, con pranzo e degustazione: conoscevo già i suoi vini ma non avevo mai visitato la tenuta e la cantina. Un delizioso borgo su un poggio da cui si ha una splendida vista su vigneti ed oliveti che compongono il panorama. Avevamo prenotato un pranzo “light” (**) con degustazione vini, che Alessandro (il proprietario) ci ha spiegato nei dettagli, ampliando il racconto con aneddoti e storie del territorio. (**) date le altissime temperature di questo luglio 2017, un pranzo toscano tipico era inaffrontabile… ci siamo “limitati” a: taglieri di salumi e formaggi a km.0, bruschette al pomodoro, crostini di fegatini, fettunta… Dopo il pranzo Alessandro ci ha guidato nella visita alla cantina, che non è proprio “di design” come altre più blasonate, ma proprio per questo “vera”, trasmettendoci tutta la sua passione.
pomeriggio SPA al Castello del Nero con aperitivo vista colline: coccole per corpo e mente che ogni tanto dovemmo regalarci… per chi ama questo genere di cose è sicuramente una struttura da provare.
cena in centro a Firenze, poi birretta/drinks in Piazza Santo Spirito, la più viva che c’è negli ultimi anni.
Il programma della domenica:
degustazione e aperitivo all’ Enoteca Falorni a Greve: ormai una tappa fissa, il posto è molto bello e mi diverto io stessa a degustare nuovi vini nonché a far conoscere i classici ai miei amici stranieri.
Pranzo alla Macelleria Falorni (sempre a Greve): sono rimasta piacevolmente soddisfatta sia dalla simpatica formula che ordini tipo gastronomia alla cassa poi ti servono al tavolo, sia dalla qualità dei prodotti.
Sulla via del ritorno, un caffè a Piazzale Michelangelo e per finire, un brindisi sul roof top del Grand Hotel Minerva.
Alla ricerca del Thai Mood: al Nord, Chiang Mai e Chiang Rai
Finalmente al Nord, la parte più attesa del viaggio in Thailandia, alla volta di antiche culture e civiltà, nel crocevia dei commerci asiatici del Golden Triangle, nel triplo confine tra Thailandia, Myanmar, Laos. Alla ricerca del Thai Mood tra Chiang Mai e Chiang Rai.
DAY 4 Chiang Mai
La cittadina di Chiang Mai ha una storia centenaria alle spalle, con il suo mix di culture e tradizioni che le dona il tocco di “vero Thai”. La cinta muraria con il fossato pieno d’acqua (e di pesci gatto) ti riporta indietro nel tempo ed il paesaggio rurale intorno alla città ne amplifica la sensazione. E’ allo stesso tempo vivace e moderna, piena di attività turistiche. Mi perdo in ogni mercato, faccio scorta di olio di cocco, inizio a forse a sentire il Thai Mood? Da non perdere il Somphet market con specialità Thai del nord.
Mattinata un po’ buttata: prima mi prende bene l’idea di andare al Tiger’s Temple a coccolare un tigrotto… ma una volta arrivata lì i sensi di colpa hanno preso il sopravvento. Non pago per far drogare animali che in natura mi vedrebbero come uno spuntino. E niente, nel mentre il tassista se n’è andato, mi trovo nel nulla e non so come tornare in città… Mi avvio a piedi, chiedendo l’autostop… si fermano due ragazze ed anche se nessuna delle due parla inglese, ci siamo capite e sono state così gentili da portarmi fino alla fermata di un mini bus collettivo che porta in città.
Come partiamo i Monsoni si ricordano che è la loro stagione… il loro momento… e con tutta la loro arroganza rovesciano in pochi minuti il diluvio universale. Ma io sono al riparo su questo “mini bus”, i Thailandesi mi guardano curiosi e mi sorridono, trasmettendomi tranquillità (fuori fiumi d’acqua, senza metafore).
DAY 5 Chiang Mai
La giungla chiama, è li, appena fuori dalla città, finite le risaie, si inerpica sulle montagne avvolte nelle nubi d’acqua di questa stagione. Trovo un tour in giornata che comprende varie attività, dalla passeggiata sull’elefante (mai più lo giuro!!poveri elefanti…), al rafting, al trekking tra le risaie e nella giungla fino ad una cascata e visita ad una Butterfly Farm. Il sole ad un certo punto fa capolino tra le nuvole della mattina regalandomi un gran finale di giornata!! Finalmente in totale connessione con la natura!
DAY 6 Chiang Rai
Arrivo a Chiang Rai nel pomeriggio, dopo circa 4 rilassanti ore di autobus tra panorami di risaie e giungla lungo la strada.
La cittadina di per sè non è molto interessante, gli obiettivi erano il White Temple (Wat Rong Khun)ed il Golden Triangle, che ho incluso in un’ escursione in giornata, che comprendeva anche il Black Temple (Baan Dam), Mae Sae al confine con il Myanmar e la Fish Cave. Sul White Temple e la fantasia del suo autore rimango ancora incantata a guardare le foto ed ogni suo singolo sfavillante dettaglio di bianco ed argento, invece al Black Temple, sono rimasta indignata dalla collezione di pelli e corna di animali esposta in bella vista ed dal piccolo zoo nel parco. Non è proprio ciò che mi piace ammirare.
Il confluire dei fiumi Ruak e Mekong segna il triplice confine tra Thailandia, Myanmar e Laos, disegnando così il Triagolo d’Oro, una delle più vaste zone del mondo di produzione di oppio. Un simpatico museo racconta la storia di luoghi.
Mae Sae, è il punto più a nord di tutta la Thailandia, cittadina di confine alle prese con una dogana molto trafficata. Mi fermo giusto per un piccolo shopping, i prezzi sono la metà che a sud!!
Ultima tappa ma carinissima, la Fish Cave, immersa nel verde a ridosso della montagna, ovviamente con il suo tempio, il laghetto pieno di carpe e pesci gatto, scimmie intorno a me (in dotazione un bastone per scacciarle ma non ce n’è bisogno), una bella scalinata ai rifugi dei monaci eremiti. Thai Mood?
A me, che ho fortemente voluto vedere il Nord. Perchè la Thailandia non è solo isole e mare 🙂
L’Aquila che torna a volare, il borgo ritrovato di Santo Stefano di Sessanio ed il film set di Rocca Calascio.
Al di sopra di ogni aspettativa l’Abruzzo mi si è mostrato nella sua veste migliore: splendide giornate di primavera a colorare il primo verde dei campi nelle vallate ed a risplendere le vette innevate delle cime più alte del Gran Sasso. Il Corno Grande ti osserva benevolo per tutta la permanenza.
Dici “L’Aquila” e subito la mente corre alle immagini del terremoto… 6 aprile 2009, un pensiero alle 309 vittime. Sono passati 8 anni, è ancora un po’ “impacchettata” dalle impalcature dei cantieri e sovrastata dalle gru, ma se ne intuisce tutta la bellezza a cui tornerà presto la “Regina degli Appennini“. All’antico splendore sono già stati restituiti molti monumenti, ed a breve altri rivedranno la luce.
Le impalcature sono ingentilite dalle opere di vari artisti (vedi http://www.offsiteart.it/callforart.php?call=6 ) che la fanno sembrare davvero un enorme regalo da rendere all’umanità.
Un sentito grazie a delle guide d’eccezione che spiegandomi cosa c’è (o c’era), dietro ai cantieri chiusi e raccontandomi il prima, il durante ed il dopo, mi hanno trasmesso le loro emozioni ed il loro amore per questa città e queste terre d’ “Abruzzi”.
L’Aquila by day & by night photo gallery:
Pochi tornanti a salire sulla Strada Provinciale Barisciano-Castel del Monte e ci troviamo a girellare sulla parte meridionale del massiccio del Gran Sasso ( Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ). Si aprono alla vista panorami montani di una bellezza ancora selvaggia, ribelle (i ripetuti terremoti lo confermano…) ed incontaminata, nonostante siano terre abitate da sempre. Il tempo sembra si sia fermato. Slow Life.
Santo Stefano di Sessanio (1200 mslm) è di diritto nel Club dei Borghi più belli d’Italia, con la sua storia centenaria fa da prima roccaforte all’entrata meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso. Un gioiellino di origine medioevale, feudo della Baronia di Carapelle, crocevia di transumanze, signorie, storia italiana che si intreccia e che lo porta addirittura ad essere di proprietà della famiglia Medici per quasi due secoli… in cui il paese raggiunge il massimo splendore grazie al commercio della lana “carfagna” che veniva poi lavorata a Firenze. Mi ha fatto strano vederne lo stemma capeggiare sulla porta del paese, come fossi a casa insomma!! (la torre medicea che sovrastava il paese è crollata con il terremoto… work in progress, al momento un’intelaiatura di metallo ne ricorda la presenza).
Dopo secoli di quasi abbandono e decadenza, Santo Stefano sta vivendo un suo secondo Rinascimento, soprattutto grazie all’impegno degli ultimi abitanti e ad un investitore straniero che ha acquistato e ristrutturato una piccola parte del borgo per creare un albergo diffuso, ricreando così un interesse turistico verso queste terre e facendo fiorire e sviluppare tutte le attività annesse.
Proseguiamo sulla SP7 in direzione di Rocca Calascio (1460 mslm), l’ambita meta. Talmente ambita che anziché entrare dall’accesso principale passando per il paesino, abbiamo optato per una passeggiata nel verde, fiancheggiando il lato del crinale su cui domina la rocca, per poi risalire dal lato opposto. Strategie 😉 In realtà abbiamo seguito “Ladyhawke“, senza considerare che i falchi entrano dalle finestre.
Come la vista inizia a spaziare a 360°, non occorre molta immaginazione per capire perché vari registi abbiano scelto questa location per ambientare i propri film. (giusto per citarne un altro, Il nome della rosa). E’ una bellezza impervia, apra, il bianco delle pietre della rocca abbaglia e si staglia nel cielo azzurro.
Al temine di questa due giorni abruzzese ci saluta uno splendido tramonto, ricordandoci per l’ennesima volta, quanto le cose belle della vita siano le più semplici. 🙂
Un angolo di Sicilia tra Cielo Terra e Mare. Trapani e le Saline, Erice, Favignana.
Quando l’ospitalità Siciliana bussa alla porta, come non rispondere!!
Atterro a Trapani in un venerdì sera di fine maggio, con un benvenuto dal profumo di oleandro e dal soffio di Maestrale che mi farà compagnia per tutto il weekend.
Trapani by night:
La prima tappa del sabato mattina è Erice, a circa una mezz’ora d’auto da Trapani. E’ una bellissima giornata di sole, non troppo calda grazie al vento che soffia e pulisce l’aria.
Ad ogni curva verso il monte Erice (751 mt slm) si aprono panorami da cartolina che spaziano dal verde della campagna all’infinito azzurro, che all’orizzonte si confonde tra cielo e mare, in lontananza… le Egadi.
Il tipico cappello di nuvole avvolge la vetta quasi a proteggerla, a nasconderla (senza successo) dalla vista dei popoli conquistatori che nei millenni hanno trovato in queste terre la loro dimora, amalgamandosi e lasciando innumerevoli tracce di storia, arte e cultura: l’essenza!
Le nuvole rendono un po’ surreale questo scenario. Camminando tra le rovine interne alle mura del Castello di Venere, tra mitologia e leggende epiche è come fare un salto nella storia di questa terra. Se ne respira ogni dettaglio, mura attribuite a Dedalo, un pozzo ad Afrodite. Lo stato di conservazione non è al massimo e la Natura che non guarda in faccia nessuno si riprende i suoi spazi. Un centro energetico e spirituale naturale, dove la vista spazia a 360°. E l’anima si ricarica. Gli Antichi sapevano come fare.
Girellando per le strette e caratteristiche vie del borgo, annoverato tra i più belli d’Italia, mi perdo estasiata in ogni particolare. Non ci sono ancora le orde di turisti che in alta stagione la affollano, è veramente un piacere!
“Sospesa tra cielo e terra – Erice – è tempio incorrotto di età pietrificate” 1984 Dino D’Erice
E’ quasi l’ora di pranzo, nell’aria aromi di squisitezze locali… di rientro a Trapani in un panificio compriamo arancini e panelle per gustarseli al sole sul lungomare.
Nel pomeriggio ci dirigiamo alle Saline dello Stagnone, verso Marsala, il primo obiettivo era riuscire a vedere i fenicotteri, il secondo il tramonto… non si può avere tutto!! 😉
Domenica mattina gita in solitaria a Favignana, l’isola a forma di farfalla. Come sbarco dall’aliscafo il profumo della macchia mediterranea mi inebria totalmente, siamo nel periodo più bello delle fioriture, oleandri, ginestre, fiori selvatici incorniciano i paesaggi.
Dal minuscolo porto seguo il resto dei passeggeri fino ai primi negozi di noleggio mezzi di trasporto. Mi innamoro di una bici elettrica di nome “Firenze” con cui girello l’intera isola fino alle 7 la sera. Mi munisco di mappa e seguo i consigli dello staff del noleggio per godermi al meglio questa giornata.