Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra

Un viaggio alla ricerca di Pachamama.

Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra è il mio racconto di questa meravigliosa esperienza a contatto con la natura e lontana dalla cosiddetta civiltà. Un sogno che ho da quando ero bambina e guardavo affascinata i documentari: vedere il polmone del mondo, la foresta pluviale Amazzonica. 

Perdida en Amazonas
Foresta Amazzonica

L’infinita distesa verde che ad un certo punto ha riempito sia il finestrino dell’aereo che i miei occhi e la mia anima di gioia in un nanosecondo, ha spazzato via ogni dubbio o insicurezza sulle scelte fatte. Ancora dovevo atterrare e già non vedevo l’ora di essere Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra, nel regno di Pachamama!

Uscita dal minuscolo aeroporto di Iquitos (dall’alto una ferita nella giungla) mi accolgono un meraviglioso caldo tropicale (venendo dal dicembre fiorentino…) ed un super sole che alle 8 del mattino è già ustionante.  Contratto un mototaxi ed in un traffico pazzesco e senza regole mi porta al Flying Dog Hostel proprio sul Malecón di Iquitos… che si affaccia sul Rio Amazonas.

Il fascino di Iquitos è fortemente legato alla sua particolarissima posizione geografica, ma anche all’aspetto un po’ decadente che l’accompagna: la cittadina ha infatti vissuto anni di gloria quando l’economia era esplosa intorno al caucciù, per poi decadere quando questo prodotto è stato sostituito dalla chimica oppure da approvvigionamenti più convenienti in altri posti del globo. Meravigliosi colori, suoni e odori tropicali che riescono a mitigare i forti contrasti tristemente tipici di molti paesi che hanno subito uno sfruttamento su tutti i fronti.

La cittadina è piccola e si gira velocemente se non ci si perde per il mercato di Belem a parlare con i venditori a cercare di capire cosa sono la maggior parte dei prodotti!! Un luogo unico al mondo, magico, il mercato della Selva.

Rientro in ostello per riposarmi un po’, e casualmente inizia un’altra avventura … Ayahuasca, a tu per tu con lo Shamano

Cumaceba Lodge

Il pick up del Cumaceba Lodge arriva puntualissimo, un breve tragitto fino all’ imbarcadero ed in un’oretta di navigazione sul Rio raggiungiamo il paradiso… il Cumaceba Lodges, un eco-villaggio nel cuore della Selva.

Golbert è una Super Guida. Nei 4 giorni a seguire non ha mai smesso di raccontare storie incredibili, da spiriti della selva che ti rapiscono ad anaconda giganti mangia-uomini… indigeni, shamani, etc etc, le classiche storie che ancora raccontano ai loro bambini per insegnargli ad aver rispetto della natura ed una sana paura della Selva, del Rio e dei suoi pericolosissimi abitanti.

Lo scorrere delle giornate è stato scandito da passeggiate nella selva a varie ore del giorno per poter vedere i vari animali, ma soprattutto per riempirsi le orecchie dei loro suoni… infiniti, continui, sconosciuti… una musica incessante, come un concerto in cui i musicisti si danno il cambio nel corso della giornata a rotazione.

A navigare sul Rio a cercare i delfini rosa (visti grigi…), oppure addentrandosi nei rami secondari del fiume per pescare pirañhas (d mangiare poi a cena!). Come dice Golbert, nella giungla tutto quello che si muove è mangiabile (…) e il pirañha era buono, ed anche il pesce gatto fritto (ok fritto è buono tutto). Birrette al tramonto al molo del lodge, mega oziate in amaca. L’alba come sveglia, l’imbrunire per il riposo. That’s life.

Il picco di felicità l’ho raggiunto durante la visita ad un centro di recupero animali feriti, tra scimmie, pappagalli e bradipi… tutti liberi… senza paura dell’uomo… una bambina impazzita!

Vivere 4 giorni e 3 notti nel cuore della foresta Amazzonica peruviana, totalmente disconnessa dal mondo a me conosciuto, dalle comodità basilari a cui sono abituata (elettricità solo poche ore la sera, zero segnale telefonico), ad almeno un’ora di navigazione dal centro abitato più vicino, con insetti e tarantole come fosse il giorno del giudizio, bhè, da non credersi, ma sono stati i quattro giorni più rilassanti della mia vita. Senza interferenze e/o stimoli esterni che potessero distrarmi dal mio obiettivo e totalmente connessa con me. Mangiare. Dormire. Meditare. Parlare con alberi e animali. Troppo pochi 4 giorni. Riportatemi li!!

Perdida en Amazonas, per ritrovarmi.

A Mamma&Babbo, solo grazie a voi!

Silvia Rossi

20/23 dicembre 2017

 

Perdida en Amazonas
Amazonian Sunset

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord tra Chiang Mai e Chiang Rai

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord, Chiang Mai e Chiang Rai

Finalmente al Nord, la parte più attesa del viaggio in Thailandia, alla volta di antiche culture e civiltà, nel crocevia dei commerci asiatici del Golden Triangle, nel triplo confine tra Thailandia, Myanmar, Laos. Alla ricerca del Thai Mood tra Chiang Mai e Chiang Rai.

DAY 4 Chiang Mai

La cittadina di Chiang Mai ha una storia centenaria alle spalle, con il suo mix di culture e tradizioni che le dona il tocco di “vero Thai”. La cinta muraria con il fossato pieno d’acqua (e di pesci gatto) ti riporta indietro nel tempo ed il paesaggio rurale intorno alla città ne amplifica la sensazione. E’ allo stesso tempo vivace e moderna, piena di attività turistiche. Mi perdo in ogni mercato, faccio scorta di olio di cocco, inizio a forse a sentire il Thai Mood? Da non perdere il Somphet market con specialità Thai del nord.

Mattinata un po’ buttata: prima mi prende bene l’idea di andare al Tiger’s Temple a coccolare un tigrotto… ma una volta arrivata lì i sensi di colpa hanno preso il sopravvento. Non pago per far drogare animali che in natura mi vedrebbero come uno spuntino. E niente, nel mentre il tassista se n’è andato, mi trovo nel nulla e non so come tornare in città… Mi avvio a piedi, chiedendo l’autostop… si fermano due ragazze ed anche se nessuna delle due parla inglese, ci siamo capite e sono state così gentili da portarmi fino alla fermata di un mini bus collettivo che porta in città. 

Monsoni in corso
Monsoni in corso

 

Come partiamo i Monsoni si ricordano che è la loro stagione… il loro momento… e con tutta la loro arroganza rovesciano in pochi minuti il diluvio universale. Ma io sono al riparo su questo “mini bus”, i Thailandesi mi guardano curiosi e mi sorridono, trasmettendomi tranquillità (fuori fiumi d’acqua, senza metafore). 

DAY 5 Chiang Mai 

La giungla chiama, è li, appena fuori dalla città, finite le risaie, si inerpica sulle montagne avvolte nelle nubi d’acqua di questa stagione. Trovo un tour in giornata che comprende varie attività, dalla passeggiata sull’elefante (mai più lo giuro!!poveri elefanti…), al rafting, al trekking tra le risaie e nella giungla fino ad una cascata e visita ad una Butterfly Farm. Il sole ad un certo punto fa  capolino tra le nuvole della mattina regalandomi un gran finale di giornata!!  Finalmente in totale connessione con la natura!

DAY 6 Chiang Rai

Arrivo a Chiang Rai nel pomeriggio, dopo circa 4 rilassanti ore di autobus tra panorami di risaie e giungla lungo la strada.

La cittadina di per sè non è molto interessante, gli obiettivi erano il White Temple (Wat Rong Khun) ed il Golden Triangle, che ho incluso in un’ escursione in giornata, che comprendeva anche il Black Temple (Baan Dam), Mae Sae al confine con il Myanmar e la Fish Cave. Sul White Temple e la fantasia del suo autore rimango ancora incantata a guardare le foto ed ogni suo singolo sfavillante dettaglio di bianco ed argento, invece al Black Temple, sono rimasta indignata dalla collezione di pelli e corna di animali esposta in bella vista ed dal piccolo zoo nel parco. Non è proprio ciò che mi piace ammirare.

Il confluire dei fiumi Ruak e Mekong segna il triplice confine tra Thailandia, Myanmar e Laos, disegnando così il Triagolo d’Oro, una delle più vaste zone del mondo di produzione di oppio. Un simpatico museo racconta la storia di luoghi.

Mae Sae, è il punto più a nord di tutta la Thailandia, cittadina di confine alle prese con una dogana molto trafficata. Mi fermo giusto per un piccolo shopping, i prezzi sono la metà che a sud!! dsc_0879-collage.jpg

Ultima tappa ma carinissima, la Fish Cave, immersa nel verde a ridosso della montagna, ovviamente con il suo tempio, il laghetto pieno di carpe e pesci gatto, scimmie intorno a me (in dotazione un bastone per scacciarle ma non ce n’è bisogno), una bella scalinata ai rifugi dei monaci eremiti. Thai Mood?

A me, che ho fortemente voluto vedere il Nord. Perchè la Thailandia non è solo isole e mare 🙂

Ma per “riposarci da queste fatiche” → le isole ed il mare della Thailandia

Thailand, agosto 2015
Silvia Rossi

Perù: Islas Balletas photo gallery

Perù: Islas Balletas photo gallery

Per chi ama ammirare gli animali nel loro habitat naturale, consiglio assolutamente l’escursione alle Islas Balletas: leoni marini, pinguini, cormorani e migliaia di volatili vari sembrano in mostra a farsi fotografare!

Con un breve tour in barca, si raggiungono e circumnavigano le isole con una lancia veloce in circa un paio d’ore. (ps la mattina presto fa freddo in mezzo all’oceano…)

Le isole sono delle miniere di guano…  e lo si capisce dall’odore già a diverse centinaia di metri dalla costa… la raccolta avviene ogni sette anni ed in passato sono state anche oggetto di contesa.

Ma i panorami valgono tutto il resto.

 

Islas Balletas, Perù
Gennaio 2017
Silvia Rossi