Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra

Un viaggio alla ricerca di Pachamama.

Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra è il mio racconto di questa meravigliosa esperienza a contatto con la natura e lontana dalla cosiddetta civiltà. Un sogno che ho da quando ero bambina e guardavo affascinata i documentari: vedere il polmone del mondo, la foresta pluviale Amazzonica. 

Perdida en Amazonas
Foresta Amazzonica

L’infinita distesa verde che ad un certo punto ha riempito sia il finestrino dell’aereo che i miei occhi e la mia anima di gioia in un nanosecondo, ha spazzato via ogni dubbio o insicurezza sulle scelte fatte. Ancora dovevo atterrare e già non vedevo l’ora di essere Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra, nel regno di Pachamama!

Uscita dal minuscolo aeroporto di Iquitos (dall’alto una ferita nella giungla) mi accolgono un meraviglioso caldo tropicale (venendo dal dicembre fiorentino…) ed un super sole che alle 8 del mattino è già ustionante.  Contratto un mototaxi ed in un traffico pazzesco e senza regole mi porta al Flying Dog Hostel proprio sul Malecón di Iquitos… che si affaccia sul Rio Amazonas.

Il fascino di Iquitos è fortemente legato alla sua particolarissima posizione geografica, ma anche all’aspetto un po’ decadente che l’accompagna: la cittadina ha infatti vissuto anni di gloria quando l’economia era esplosa intorno al caucciù, per poi decadere quando questo prodotto è stato sostituito dalla chimica oppure da approvvigionamenti più convenienti in altri posti del globo. Meravigliosi colori, suoni e odori tropicali che riescono a mitigare i forti contrasti tristemente tipici di molti paesi che hanno subito uno sfruttamento su tutti i fronti.

La cittadina è piccola e si gira velocemente se non ci si perde per il mercato di Belem a parlare con i venditori a cercare di capire cosa sono la maggior parte dei prodotti!! Un luogo unico al mondo, magico, il mercato della Selva.

Rientro in ostello per riposarmi un po’, e casualmente inizia un’altra avventura … Ayahuasca, a tu per tu con lo Shamano

Cumaceba Lodge

Il pick up del Cumaceba Lodge arriva puntualissimo, un breve tragitto fino all’ imbarcadero ed in un’oretta di navigazione sul Rio raggiungiamo il paradiso… il Cumaceba Lodges, un eco-villaggio nel cuore della Selva.

Golbert è una Super Guida. Nei 4 giorni a seguire non ha mai smesso di raccontare storie incredibili, da spiriti della selva che ti rapiscono ad anaconda giganti mangia-uomini… indigeni, shamani, etc etc, le classiche storie che ancora raccontano ai loro bambini per insegnargli ad aver rispetto della natura ed una sana paura della Selva, del Rio e dei suoi pericolosissimi abitanti.

Lo scorrere delle giornate è stato scandito da passeggiate nella selva a varie ore del giorno per poter vedere i vari animali, ma soprattutto per riempirsi le orecchie dei loro suoni… infiniti, continui, sconosciuti… una musica incessante, come un concerto in cui i musicisti si danno il cambio nel corso della giornata a rotazione.

A navigare sul Rio a cercare i delfini rosa (visti grigi…), oppure addentrandosi nei rami secondari del fiume per pescare pirañhas (d mangiare poi a cena!). Come dice Golbert, nella giungla tutto quello che si muove è mangiabile (…) e il pirañha era buono, ed anche il pesce gatto fritto (ok fritto è buono tutto). Birrette al tramonto al molo del lodge, mega oziate in amaca. L’alba come sveglia, l’imbrunire per il riposo. That’s life.

Il picco di felicità l’ho raggiunto durante la visita ad un centro di recupero animali feriti, tra scimmie, pappagalli e bradipi… tutti liberi… senza paura dell’uomo… una bambina impazzita!

Vivere 4 giorni e 3 notti nel cuore della foresta Amazzonica peruviana, totalmente disconnessa dal mondo a me conosciuto, dalle comodità basilari a cui sono abituata (elettricità solo poche ore la sera, zero segnale telefonico), ad almeno un’ora di navigazione dal centro abitato più vicino, con insetti e tarantole come fosse il giorno del giudizio, bhè, da non credersi, ma sono stati i quattro giorni più rilassanti della mia vita. Senza interferenze e/o stimoli esterni che potessero distrarmi dal mio obiettivo e totalmente connessa con me. Mangiare. Dormire. Meditare. Parlare con alberi e animali. Troppo pochi 4 giorni. Riportatemi li!!

Perdida en Amazonas, per ritrovarmi.

A Mamma&Babbo, solo grazie a voi!

Silvia Rossi

20/23 dicembre 2017

 

Perdida en Amazonas
Amazonian Sunset

Deep Inside… Basilicata (part 2/2)

DAY 3

Un altro intenso giorno attraverso questa stupenda regione… Deep Inside… Basilicata!! Inizio dal Lago di San Giuliano, Riserva Naturale Oasi WWF a pochi km da Matera. Le rive sono coperte di un tappeto di erba verde che sembra appena tagliato, mi spiegheranno poi che sono le pecore a brucarlo così… altro che tosaerba!!! Mentre bivacco al sole sulla riva, incontro un nonno con nipotino che passeggiano, ed incuriosito da una ragazza sola, con la tipica gentilezza degli anziani, mi attacca bottone. Nel mentre arriva un gregge di pecore che ci passa tutto intorno e prosegue il suo cammino. Arriva anche il pastore, amico del nonno, soliti convenevoli, tira fuori un thermos di caffè, dei bicchierini di plastica e ce lo offre. Mi fanno tantissime domande sulla mia città, sul Nord, ma a mia volta sono incuriosita da loro… non parlano dialetto, ma in italiano corretto e forbito e con poco accento… infatti, il nonno è un professore in pensione, mentre il pastore ha studiato Legge, era avvocato, ma ha preferito tornare alla vita dei suoi avi… lezioni di vita. Touchée!

Proseguo, mi fermo a Miglianico, giratina in piazza ed intorno al Castello del Malconsiglio (chiamato così perché qui è avvenuta la congiura dei Baroni del 1485 contro gli Aragonesi) ma è chiuso (è l’ora di pranzo…), mi rimetto in moto.

Da qui inizio a studiare le varie strade provinciali che mi porteranno a Melfi entro sera. SP8 poi SP del Fondo Valle Basentello + SP Val Fosso Acqua di Lucania + SPexSS96 fino a Irsina, altra chicca arroccata su un cucuzzolo tufaceo. Sono innamorata persa di queste colline e di ogni paesino arroccato sul tufo; la mente si libera e fa spazio.

I Palmenti di Pietragalla
I Palmenti di Pietragalla

Continuo sulla SP96, la strada inizia a salire, all’orizzonte il Vulture si fa sempre più nitido; passo da Oppido Lucano e sulla SS169 arrivo a Pietragalla (circa 800 mt slm) dove mi fermo a vedere gli antichi palmenti. Sono antichissime costruzioni rurali dove avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto. Non a caso sto entrando in terra di vini, nello specifico di un grande rosso, l’Aglianico del Vulture DOC, ottenuto dal medesimo vitigno e da alcuni chiamato il Barolo del Sud.

Sulla strada trovo Castel di Lagopesole, visto che Miglianico era chiuso, mi tolgo le voglie di storia e cammino dove Federico II amava ritirarsi (uno dei miei personaggi storici preferiti).

Arrivo a Melfi al B&B Le Camelie, giusto il tempo di prendere possesso della camera (grande e confortevole) che il tempo stringe e riparto per Venosa, la presunta città di Orazio che mi era rimasta fuori dal percorso ed a cui ho potuto dedicare solo poche ore. Un peccato, perché tra vedere e fare, valeva la pena decisamente di più. Arrivo in città in un’allegra sera di agosto, con spettacoli in piazza ed una bellissima luna piena ad accompagnarmi.

Castello di Melfi
Castello di Melfi

Rientrando a Melfi al B&B, mi fermo a comprare dell’acqua ad un baracchino e nell’accostarmi al marciapiede esplode una gomma della macchina… il rumore attira la gente che era li nei dintorni… il luogo si rivela essere il posto delle sagre e dei concerti del paese e ne era appena finito uno… volenterosi soccorritori per fortuna non sono mancati!! Racconto brevemente la mia storia, che volevo prendere solo dell’acqua, andare a fare due foto al castello e poi a nanna… Francesco “O’Cines” e Pietro “l’Assessore” prendono in mano la situazione: chiamano a rapporto dei ragazzi più giovani per spostarmi l’auto dove non intralci, mi danno l’acqua, un po’ di cocomero in vaschetta, obbligano altri a portarmi al castello per le mie foto e poi al B&B. L’indomani mattina avremo risolto il problema della gomma. Organizzazione Top!! Grazie ancora a tutti i ragazzi che mi hanno aiutata!!

DAY 4

Anche grazie al proprietario del B&B, che mi ha accompagnata da un gommista ed a recuperare il mezzo, con una spesa minima ed in poco tempo risolviamo il dramma gomma e tutta contenta, di nuovo padrona della mia libertà di movimento, me ne vado a Rionero in Vulture, dove avevo la prenotazione per la visita e la degustazione a Le Cantine del Notaio …  un viaggio nel magico mondo del vino, fin nelle sue antiche radici, nel suggestivo scenario delle cantine scavate nel tufo secoli or sono. Un ringraziamento speciale a Luana che ha guidato la visita con professionalità, simpatia ma soprattutto tanta passione!

Finisco il tour che è l’ora di pranzo e mi consigliano di andare a fare un giro ai laghetti vulcanici di Monticchio, incastonati nel massiccio del Vulture. Passeggio intorno al più piccolo, appena 1km di circonferenza… Natura, silenzio, pace nel verde dei boschi che mi circondano… una perfetta cartolina di saluti…

Con immenso dispiacere il mio viaggio Deep Inside Basilicata finisce qui, un arrivederci sincero e grato, quasi commosso (sarà il vino 😉 ) a queste terre ed ai suoi abitanti. Quattro giorni intensi e stancanti, ma allo stesso tempo rigeneranti, spesso distaccata dal mondo per riprendere contatto con il mio. Deep Inside.

Arrivederci Basilicata!

A me.
Agosto 2016
Silvia Rossi

E non le fai delle altre tappe risalendo l’Italia verso Firenze?? Dove? Cosa? seguitemi… 🙂

 

Alla ricerca del Thai Mood: a zonzo tra Koh Tao, Koh Samui, Koh Phangan.

Alla ricerca del Thai Mood: a zonzo tra Koh Tao, Koh Samui, Koh Phangan

Dopo quasi due settimane di città, templi e giungla è giunto il momento delle isole, volutamente lasciate per ultime per godersele e fare il pieno di relax prima del rientro. Per provare a risparmiare un po’ di soldi ho in realtà perso molto tempo negli spostamenti, ma fa parte del viaggio, sono quelle vicissitudini che lo rendono più corposo.

Come quando, dopo un’intera giornata da Chiang Rai a Chumpon (tra aeroporti, taxi, aliscafi, minivan, ect), arrivi all’ “hotel” (una casa appena ristrutturata in mezzo a cantieri in corso) alle 11pm: tutto buio, in mezzo al niente e nessuno a cui chiedere… solo un’altra coppia di backpackers ed un cane (come milioni a giro per il paese)… chiamo il numero di tel sulla prenotazione, mi rispondono “ten minutes” e poco dopo arriva una signora in motorino che con nonchalance apre le porte, ci da due indicazioni a gesti e con poco inglese, e se ne va. La mattina dopo, alla luce del giorno, realizzo di trovarmi in una zona nuova in piena costruzione e che la strada più corta per arrivare al porto è via spiaggia…

Koh Tao: hotel direttamente sulla spiaggia di Sairee Beach. Consiglio di fare il giro dell’isola in barca, di solito un’escursione di una giornata che includa una sosta a Koh Nang Yuan ed il suo istmo di sabbia bianca; salite fino alla cima della collinetta per la foto di rito. Le barche effettuano soste apposite per permettere di fare snorkeling in una moltitudine di pesci e coralli coloratissimi! Sole e Monsoni si sono alternati equamente facendomi godere di questo paradiso dove avrei dovuto dedicargli un paio di giorni in più. Siamo in pieno agosto e Sairee Beach è pressoché vuota… un sogno!! Di sera invece si anima, la musica si alza ed i barrettini si riempiono di gente. Drink vista mare con spettacoli acrobatici dei giocolieri del fuoco… il Thai Mood potrebbe essere qui 😉

Koh Samui: i miei più sentiti ringraziamenti al barrettino “Freedom” sulla spiaggia  di Lamai, proprio accanto al resort, il Seaview Paradise Beach and Mountain Holiday Villas Resort. . 😉 Bella anche la spiaggia di Chewang ma un po’ troppo affollata ed “attiva” per i miei gusti, come del resto un po’ tutta l’isola che offre attività di tutti i tipi. Bellissimo il Mu Ko Ang Thong National Marine Park e la vista dell’arcipelago dal View Point (vale la scarpinata).

 

Koh Phangan: scelta sia per completare il giro di questo gruppo di isole, che per immensa curiosità verso il Full Moon Party con cui ho fatto coincidere le date. Anche qui un sincero grazie ad il Bamboo Bar vicino al resort (The Great Escape) che è stato veramente amichevole 😉 Il Full Moon party è una bella idea commerciale, migliaia di ragazzi/e da tutto il mondo riuniti sotto la luna piena (esiste anche l’Half Moon Party), organizzazione certosina con tanto di “sleeping area” (o area collasso) dove puoi lasciare l’amico/a disagiato di turno (o essere lasciato/a) su dei comodi tappeti sotto lo sguardo vigile di infermieri della Croce Rossa. Koh Phangan è l’isola che più mi è piaciuta per il suo aspetto selvaggio, peccato per i Monsoni che invece non me l’hanno fatta godere al 100%…

Se ho trovato il Thai Mood? chissà…

ขอบคุณ Thailand!.

Agosto 2015,
Silvia Rossi

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord tra Chiang Mai e Chiang Rai

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord, Chiang Mai e Chiang Rai

Finalmente al Nord, la parte più attesa del viaggio in Thailandia, alla volta di antiche culture e civiltà, nel crocevia dei commerci asiatici del Golden Triangle, nel triplo confine tra Thailandia, Myanmar, Laos. Alla ricerca del Thai Mood tra Chiang Mai e Chiang Rai.

DAY 4 Chiang Mai

La cittadina di Chiang Mai ha una storia centenaria alle spalle, con il suo mix di culture e tradizioni che le dona il tocco di “vero Thai”. La cinta muraria con il fossato pieno d’acqua (e di pesci gatto) ti riporta indietro nel tempo ed il paesaggio rurale intorno alla città ne amplifica la sensazione. E’ allo stesso tempo vivace e moderna, piena di attività turistiche. Mi perdo in ogni mercato, faccio scorta di olio di cocco, inizio a forse a sentire il Thai Mood? Da non perdere il Somphet market con specialità Thai del nord.

Mattinata un po’ buttata: prima mi prende bene l’idea di andare al Tiger’s Temple a coccolare un tigrotto… ma una volta arrivata lì i sensi di colpa hanno preso il sopravvento. Non pago per far drogare animali che in natura mi vedrebbero come uno spuntino. E niente, nel mentre il tassista se n’è andato, mi trovo nel nulla e non so come tornare in città… Mi avvio a piedi, chiedendo l’autostop… si fermano due ragazze ed anche se nessuna delle due parla inglese, ci siamo capite e sono state così gentili da portarmi fino alla fermata di un mini bus collettivo che porta in città. 

Monsoni in corso
Monsoni in corso

 

Come partiamo i Monsoni si ricordano che è la loro stagione… il loro momento… e con tutta la loro arroganza rovesciano in pochi minuti il diluvio universale. Ma io sono al riparo su questo “mini bus”, i Thailandesi mi guardano curiosi e mi sorridono, trasmettendomi tranquillità (fuori fiumi d’acqua, senza metafore). 

DAY 5 Chiang Mai 

La giungla chiama, è li, appena fuori dalla città, finite le risaie, si inerpica sulle montagne avvolte nelle nubi d’acqua di questa stagione. Trovo un tour in giornata che comprende varie attività, dalla passeggiata sull’elefante (mai più lo giuro!!poveri elefanti…), al rafting, al trekking tra le risaie e nella giungla fino ad una cascata e visita ad una Butterfly Farm. Il sole ad un certo punto fa  capolino tra le nuvole della mattina regalandomi un gran finale di giornata!!  Finalmente in totale connessione con la natura!

DAY 6 Chiang Rai

Arrivo a Chiang Rai nel pomeriggio, dopo circa 4 rilassanti ore di autobus tra panorami di risaie e giungla lungo la strada.

La cittadina di per sè non è molto interessante, gli obiettivi erano il White Temple (Wat Rong Khun) ed il Golden Triangle, che ho incluso in un’ escursione in giornata, che comprendeva anche il Black Temple (Baan Dam), Mae Sae al confine con il Myanmar e la Fish Cave. Sul White Temple e la fantasia del suo autore rimango ancora incantata a guardare le foto ed ogni suo singolo sfavillante dettaglio di bianco ed argento, invece al Black Temple, sono rimasta indignata dalla collezione di pelli e corna di animali esposta in bella vista ed dal piccolo zoo nel parco. Non è proprio ciò che mi piace ammirare.

Il confluire dei fiumi Ruak e Mekong segna il triplice confine tra Thailandia, Myanmar e Laos, disegnando così il Triagolo d’Oro, una delle più vaste zone del mondo di produzione di oppio. Un simpatico museo racconta la storia di luoghi.

Mae Sae, è il punto più a nord di tutta la Thailandia, cittadina di confine alle prese con una dogana molto trafficata. Mi fermo giusto per un piccolo shopping, i prezzi sono la metà che a sud!! dsc_0879-collage.jpg

Ultima tappa ma carinissima, la Fish Cave, immersa nel verde a ridosso della montagna, ovviamente con il suo tempio, il laghetto pieno di carpe e pesci gatto, scimmie intorno a me (in dotazione un bastone per scacciarle ma non ce n’è bisogno), una bella scalinata ai rifugi dei monaci eremiti. Thai Mood?

A me, che ho fortemente voluto vedere il Nord. Perchè la Thailandia non è solo isole e mare 🙂

Ma per “riposarci da queste fatiche” → le isole ed il mare della Thailandia

Thailand, agosto 2015
Silvia Rossi

L’Aquila che torna a volare, il borgo ritrovato di Santo Stefano di Sessanio ed il film set di Rocca Calascio

L’Aquila che torna a volare, il borgo ritrovato di Santo Stefano di Sessanio ed il film set di Rocca Calascio.

Al di sopra di ogni aspettativa l’Abruzzo mi si è mostrato nella sua veste migliore: splendide giornate di primavera a colorare il primo verde dei campi nelle vallate ed a risplendere le vette innevate delle cime più alte del Gran Sasso. Il Corno Grande ti osserva benevolo per tutta la permanenza.

Dici “L’Aquila” e subito la mente corre alle immagini del terremoto… 6 aprile 2009, un pensiero alle 309 vittime. Sono passati 8 anni, è ancora un po’ “impacchettata” dalle impalcature dei cantieri e sovrastata dalle gru, ma se ne intuisce tutta la bellezza a cui tornerà presto la “Regina degli Appennini“.  All’antico splendore sono già stati restituiti molti monumenti, ed a breve altri rivedranno la luce.

Le impalcature sono ingentilite dalle opere di vari artisti (vedi http://www.offsiteart.it/callforart.php?call=6 ) che la fanno sembrare davvero un enorme regalo da rendere all’umanità.

Un sentito grazie a delle guide d’eccezione che spiegandomi cosa c’è (o c’era), dietro ai cantieri chiusi e raccontandomi il prima, il durante ed il dopo, mi hanno trasmesso le loro emozioni ed il loro amore per questa città e queste terre d’ “Abruzzi”.

L’Aquila by day & by night photo gallery:

Pochi tornanti a salire sulla Strada Provinciale Barisciano-Castel del Monte e ci troviamo a girellare sulla parte meridionale del massiccio del Gran Sasso ( Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ). Si aprono alla vista panorami montani di una bellezza ancora selvaggia, ribelle (i ripetuti terremoti lo confermano…) ed incontaminata, nonostante siano terre abitate da sempre. Il tempo sembra si sia fermato. Slow Life.

Santo Stefano di Sessanio (1200 mslm) è di diritto nel Club dei Borghi più belli d’Italia, con la sua storia centenaria fa da prima roccaforte all’entrata meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso. Un gioiellino di origine medioevale, feudo della Baronia di Carapelle, crocevia di transumanze, signorie, storia italiana che si intreccia e che lo porta addirittura ad essere di proprietà della famiglia Medici per quasi due secoli… in cui il paese raggiunge il massimo splendore grazie al commercio della lana “carfagna” che veniva poi lavorata a Firenze. Mi ha fatto strano vederne lo stemma capeggiare sulla porta del paese, come fossi a casa insomma!! (la torre medicea che sovrastava il paese è crollata con il terremoto… work in progress, al momento un’intelaiatura di metallo ne ricorda la presenza).

Dopo secoli di quasi abbandono e decadenza, Santo Stefano sta vivendo un suo secondo Rinascimento, soprattutto grazie all’impegno degli ultimi abitanti e ad un investitore straniero che ha acquistato e ristrutturato una piccola parte del borgo per creare un albergo diffuso, ricreando così un interesse turistico verso queste terre e facendo fiorire e sviluppare tutte le attività annesse.

Proseguiamo sulla SP7 in direzione di Rocca Calascio (1460 mslm), l’ambita meta. Talmente ambita che anziché entrare dall’accesso principale passando per il paesino, abbiamo optato per una passeggiata nel verde, fiancheggiando il lato del crinale su cui domina la rocca, per poi risalire dal lato opposto. Strategie 😉 In realtà abbiamo seguito “Ladyhawke“, senza considerare che i falchi entrano dalle finestre.

Come la vista inizia a spaziare a 360°, non occorre molta immaginazione per capire perché vari registi abbiano scelto questa location per ambientare i propri film. (giusto per citarne un altro, Il nome della rosa). E’ una bellezza impervia, apra, il bianco delle pietre della rocca abbaglia e si staglia nel cielo azzurro.

Al temine di questa due giorni abruzzese ci saluta uno splendido tramonto, ricordandoci per l’ennesima volta, quanto le cose belle della vita siano le più semplici. 🙂

FAST TIPS:

A Marta, la marmotta con stile del Gran Sasso, grazie!
Grazie a Daniele e Francesco, le guide d’eccezione!

25 Aprile 2017, Viva la Liberazione!
Silvia Rossi

Un angolo di Sicilia tra Terra, Cielo e Mare: Trapani, Saline, Erice e Favignana.

Un angolo di Sicilia tra Cielo Terra e Mare. Trapani e le Saline, Erice, Favignana.

Quando l’ospitalità Siciliana bussa alla porta, come non rispondere!!

Atterro a Trapani in un venerdì sera di fine maggio, con un benvenuto dal profumo di oleandro e dal soffio di Maestrale che mi farà compagnia per tutto il weekend.

Trapani by night:

La prima tappa del sabato mattina è Erice, a circa una mezz’ora d’auto da Trapani. E’ una bellissima giornata di sole, non troppo calda grazie al vento che soffia e pulisce l’aria.

Ad ogni curva verso il monte Erice (751 mt slm) si aprono panorami da cartolina che spaziano dal verde della campagna all’infinito azzurro, che all’orizzonte si confonde tra cielo e mare, in lontananza… le Egadi.

Il tipico cappello di nuvole avvolge la vetta quasi a proteggerla, a nasconderla (senza successo) dalla vista dei popoli conquistatori che nei millenni hanno trovato in queste terre la loro dimora, amalgamandosi e lasciando innumerevoli tracce di storia, arte e cultura: l’essenza!

Le nuvole rendono un po’ surreale questo scenario. Camminando tra le rovine interne alle mura del Castello di Venere, tra mitologia e leggende epiche è come fare un salto nella storia di questa terra. Se ne respira ogni dettaglio, mura attribuite a Dedalo, un pozzo ad Afrodite. Lo stato di conservazione non è al massimo e la Natura che non guarda in faccia nessuno si riprende i suoi spazi. Un centro energetico e spirituale naturale, dove la vista spazia a 360°. E l’anima si ricarica. Gli Antichi sapevano come fare.

Girellando per le strette e caratteristiche vie del borgo, annoverato tra i più belli d’Italia, mi perdo estasiata in ogni particolare. Non ci sono ancora le orde di turisti che in alta stagione la affollano, è veramente un piacere!

“Sospesa tra cielo e terra – Erice – è tempio incorrotto di età pietrificate” 1984 Dino D’Erice

E’ quasi l’ora di pranzo, nell’aria aromi di squisitezze locali… di rientro a Trapani in un panificio compriamo arancini e panelle per gustarseli al sole sul lungomare.

Nel pomeriggio ci dirigiamo alle Saline dello Stagnone, verso Marsala, il primo obiettivo era riuscire a vedere i fenicotteri, il secondo il tramonto… non si può avere tutto!! 😉

Domenica mattina gita in solitaria a Favignana, l’isola a forma di farfalla. Come sbarco dall’aliscafo il profumo della macchia mediterranea mi inebria totalmente, siamo nel periodo più bello delle fioriture, oleandri, ginestre, fiori selvatici incorniciano i paesaggi.

Dal minuscolo porto seguo il resto dei passeggeri fino ai primi negozi di noleggio mezzi di trasporto. Mi innamoro di una bici elettrica di nome “Firenze” con cui girello l’intera isola fino alle 7 la sera. Mi munisco di mappa e seguo i consigli dello staff del noleggio per godermi al meglio questa giornata.

Area Marina Protetta delle Isole Egadi
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Il Porto, l’aliscafo, la tonnara Florio, Monte Santa Caterina, la fida Firenze
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Le antiche cave di tufo

Con la fida Firenze mi dirigo alla ricerca del mio angolo di paradiso…  sulla strada si incontrano nuovi amici, antiche cave di tufo, infiniti muretti a secco, distese rocciose di scogli scolpiti da mare.

 

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Nuovi amici

A Cala Azzurra trovo il mio angolo di mare paradiso…

Dopo un paio d’ore di relax totale la voglia di esplorare si sveglia e ricomincio a girellare percorrendo tutto il lato del sud dell’isola fino a Cala del Pozzo con oste a Punta Lunga, Cala del Passo ed al Faro di Punta Sottile.

Se è vero che esiste una strada della felicità per ognuno di noi, su queste scogliere ho trovato la mia…

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My happy path
Punta Lunga (1)-COLLAGE
Punta Lunga

 

 

 

 

 

 

Il profumo dei fiori, il vento tra i capelli, il sole in faccia, le spiagge deserte: impagabile senso di libertà.

Ultima giratina per il paese di Favignana e poi rientro a Trapani  con l’aliscafo delle 20 ed il saluto del tramonto…

Fast Tips:

  • Volo: Ryanair Pisa/Trapani
  • Soggiorno a Trapani: presso Trapani Rooms (www.trapanirooms.com), a pochi minuti a piedi dal centro.
  • Trapani: Arancini, panelle e altri dolci vari all’Antico Forno a Legna Bernardo a Trapani. Aperitivi e drinks da Frida.
  • Erice: è presente anche una funivia che porta alla vetta. Entrata al Castello di Venere € 4,00 (solo per qs sito). La salita sul campanile del Duomo(€2,00) vale la vista. Tappa obbligata alla Pasticceria Maria Grammatico.
  • Saline dello Stagnone: annesse mille attività a pagamento, consiglio un rilassante aperitivo vista mulini e saline al tramonto da Mamma Caura.
  • Favignana: nolo bici elettrica €10,00 tutto il giorno. Cena con cous cous di pesce alla rosticceria Scialae.
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Tramonto dall’aliscafo

Grazie a El Mochilero.

Trapani, maggio 2017
Silvia Rossi
Revisione testo&foto: Mary C.

Alla ricerca del Thai Mood Day 3 – Ayutthaya Historical City Park photo gallery

Gallery fotografica di una mezza giornata passata a zompettare tra i templi di Ayutthaya.

Ad un’oretta circa da Bangkok (dipende dal traffico) ci si lascia alle spalle il delirio della metropoli per immergersi in un’oasi di storia, arte, cultura e spiritualità. Pure Thai Mood!

Gallery fotografica di una mezza giornata passata a scorrazzare tra i templi di Ayutthaya. Thai Mood work in progress.

Alla ricerca del Thai Mood prosegue con il Nord ⇒  Chiang Mai, Chiang Rai e il Golden Triangle

Ayutthaya,
Agosto 2015
Silvia Rossi

Perù: Islas Balletas photo gallery

Perù: Islas Balletas photo gallery

Per chi ama ammirare gli animali nel loro habitat naturale, consiglio assolutamente l’escursione alle Islas Balletas: leoni marini, pinguini, cormorani e migliaia di volatili vari sembrano in mostra a farsi fotografare!

Con un breve tour in barca, si raggiungono e circumnavigano le isole con una lancia veloce in circa un paio d’ore. (ps la mattina presto fa freddo in mezzo all’oceano…)

Le isole sono delle miniere di guano…  e lo si capisce dall’odore già a diverse centinaia di metri dalla costa… la raccolta avviene ogni sette anni ed in passato sono state anche oggetto di contesa.

Ma i panorami valgono tutto il resto.

 

Islas Balletas, Perù
Gennaio 2017
Silvia Rossi

Alla ricerca del Thai Mood. Day 2 – Bangkok

Navigando per i canali, Wat Arun, Chinatown.

Precedente, Bangkok DAY 1:

DAY 2

Dal Tha Tien Pier vicino all’hotel, partono le gite in barca per i canali (chiamati klongs)  di Thonburi, sulla sponda ovest del fiume (capitale del regno nella seconda metà del ‘700) che pur essendo ormai inglobata nella stessa Bangkok, riesce a mantenere ancora un’aria d’altri tempi. Un netto contrasto con i grattacieli dei quartieri più moderni che si stagliano sullo skyline. Un modo diverso per vedere una delle tante facce della città e per scoprirne l’autenticità, nelle case di legno a palafitta (che alcune ti domandi come facciano a stare su) e nelle scene di vita quotidiana che scorrono ed intrecciano i loro destini con le acque stesse di quei canali. Sulle rive dei klongs si alternano case moderne, bellissime case in legno in stile Old Thai, palafitte, ruderi, templi, serre di orchidee; si incontrano monaci, venditori “naviganti”, varani e moltitudini di pesce gatto.

Attraverso di nuovo il fiume con un’altra barca/chiatta che fa su e giù tra le sponde per arrivare al Wat Arun, purtroppo parte era in restauro ma valeva assolutamente la pena. (Ho letto che i lavori sono terminati ed il tempio è stato restituito all’antico splendore).

Bangkok era chiamata la Venezia dell’Est prima che cemento e grattacieli prendessero il sopravvento, ma il fiume è tutt’ora un’importante arteria della circolazione cittadina, dove incessantemente centinaia di imbarcazioni lo attraversano in tutte le direzioni.

Prendere i battelli come mezzo di trasporto è divertente, devi essere veloce a scendere e salire, fare attenzione alla fermata giusta: meno male che i Thailandesi sono gentilissimi e più di una volta vedendomi confusa sono intervenuti per chiedermi dove dovessi andare.

Vado poi a perdermi per ChinaTown ed a meravigliarmi e/o inorridirmi ad ogni cosa (dipende da cosa) Realizzo così che quella di NY non è niente di paragonabile. Dal ristorante specializzato in pinne di squalo, ai negozi di frutta locale con montagne di durian (frutto puzzolentissimo che loro amano), cibi sconosciuti in genere…

E’ il compleanno della Regina e la città si prepara a festeggiarla: decorazioni come fosse Natale e l’immagine di Sua Maestà che ti osserva ovunque… in realtà sarà lei a farmi un regalo: fuochi d’artificio dalla camera con vista. Happy Birthday Your Grace, thank you for sharing!

Bangkok, Agosto 2015
Silvia Rossi

Ayahuasca, a tu per tu con lo Shamano

La mia personale esperienza con l’Ayahuasca

Nel patio dell’ostello conosco Zac (NZ) e Elwyn (NL), sono qui da settimane, ormai esperti del posto e delle locali usanze. Chiacchierando mi chiedono se anche io sono li per fare il rito shamanico dell’ Ayahuasca… ne avevo già sentito parlare da Flor e Vita, e letto qualche simpaticissimo articolo terroristico, non mi ero documentata molto e dicevo che l’avrei fatto solo in compagnia di persone fidatissime a controllarmi e proteggermi…

Nella mia mente vocine contrastanti…la maggior parte delle persone presenti nell’ostello o lo ha già fatto oppure è li per quello: ci sono dei veri e propri centri anche molto costosi e “deluxe” con programmi anche di più giorni etc etc

Mi propongono di andare con loro, che di li a qualche ora sarebbero partiti per la la selva dove avrebbe avuto luogo la cerimonia. Inizialmente declino per paura, ignoranza sulla cosa, etc… ma poi a forza di sentirli ragionare tra di loro, di leggere su internet, mi incuriosisco ancora di più e col fatto che posso andare e non fare niente mi convinco.  (https://it.wikipedia.org/wiki/Ayahuasca)

Circa un’oretta di moto-taxi fino al km.44 della Carretera sotto un tropicale diluvio, pochi minuti di camminata nella Selva ed arriviamo alle capanne dello shamano Carlos.

Qui troviamo Dylan (AUS), li da 8 giorni (!!!) che mi presta un libro sull’argomento ed inizio a documentarmi un po’.  Occorre una preparazione fisica e psicologica per ricevere al meglio i benefici dell’Ayahuasca: dovremmo sottoporci ad un periodo di disintossicazione alimentare precedente,  quasi vegan (ok qui ci sono più o meno) e spirituale (eccoci…) perché il bere questa pozione porta ad una “connessione superiore”…

Don Ladimiro Murayarichaman-curandero de la selva de iquitos – Perú dice: Todos los efectos que produce la ayahuasca son un proceso de limpieza y purificación para cada persona quien decide tomar la planta ayahuasca con amor y respeto hacia la planta sagrada – ayahuasca.

All’interno della capanna, lungo le pareti circolari erano disposti a terra dei materassi, c’erano anche un’amaca ed una sedia a dondolo. In dotazione vari secchi per il vomito…

Abbiamo passato del tempo a parlare, a confrontarci sulle nostre diverse vite, a preparare la capanna per la cerimonia accendendo il braciere sul quale vengono bruciati dei legni particolari. Non c’è elettricità, poche candele per intravederci appena nella notte che si è fatta sempre più buia. Non c’è segnale telefonico. Continuano a chiedermi se sono sicura ed a ripetermi che se ho una minima ansia, di non farlo. Eppure sono tranquilla, percepisco un immenso rispetto nei confronti di tutto e per tutto.

Zac mi regala delle sigarette fatte con il tabacco della Selva da fumare in caso “prenda male”, per riprendersi, e mi indica una boccetta di “Agua de Florida” (una lozione aromatica fatta con i fiori della selva) per lo stesso motivo da passare su collo ed altri punti nevralgici.

Verso l’imbrunire sono arrivati lo shamano e sua moglie ed hanno iniziato con sommessi canti magici ad evocare gli spiriti della foresta e Pachamama… fumavano entrambi una doppia sigaretta della selva e con uno scopino di foglie spargevano poi il fumo all’interno della capanna sempre per attrarre gli spiriti… il tutto era davvero surreale, da film, eppure lo stavo vivendo!!!

Ero stanchissima; la stanchezza accumulata nei mesi precedenti, il lungo viaggio, il jet lag e l’atmosfera di pace e serenità intorno a me mi hanno fatto addormentare.

Non ricordo che ore fossero quando mi hanno svegliato per chiedermi se volevo bere… vado davanti allo shamano, a sedere a gambe incrociate, ricevo la “benedizione” e mi faccio questo “shottino” di ayahuasca (dal gusto simile ad un nostro amaro ma non alcolico, ho bevuto di peggio!).

Torno al mio posto, nella notte umida inizia a fare freschino ed avvolta nel mio fido sacco a pelo mi ri-addormento. Lo shamano e la moglie ricominciano le litanie… poco dopo, ad ogni loro parola, sentivo il liquido che mi si rigirava nello stomaco e come da manuale, tempo 30 minuti e vomito (lo deve fare), per poi crollare in un sonno ristoratore.

Dopo qualche ora, suppongo, mi risvegliano per il rito di “corrección”, anche se non ero stata male, fa bene ugualmente: lo shamano mi ha fatto sedere sulla sedia a dondolo e per un tempo che mi è sembrato infinito, davanti a me cantava, mi soffiava il fumo del tabacco della selva addosso e mi batteva piano sulla testa lo scopino di foglie. Torno al giaciglio, gli altri sono nei loro mondi, tranquilli, beatamente mi riaddormento.

La mia esperienza personale si è rivelata inutile a livello sensoriale… non ho avuto visioni di alcun tipo e non mi ricordo neanche cosa ho sognato… ho dormito a diritto fino all’alba… lo shamano mi ha spiegato che o ero realmente troppo stanca da inficiare gli effetti, oppure non avevo contrasti in me da appianare (mmm…). Confido comunque in una depurazione interiore 😉

A distanza di mesi, porto comunque con me  un’esperienza unica, che rifarei: il solo dormire in una capanna nella selva mi ha ricaricato di energia per il resto del viaggio.

Ho conosciuto persone bellissime, rispettose della vita in tutte le sue forme, forse sto imparando di nuovo a fidarmi, forse anche questo è un’effetto dell’ Ayahuasca, ne avevo comunque bisogno.

Avevo messo la sveglia alle 5am, perché in qualche modo dovevo tornare a Iquitos, alle 8am sarebbero passati a prendermi per raggiungere il Cumaceba Lodge.

Ho aspettato facesse giorno, salutato tutti ed ho raggiunto la strada aspettando si materializzasse qualcosa. Dopo vari microbus che mi hanno ignorata perché stracolmi di gente e merci dirette al mercato di Belem, finalmente uno si ferma.

A Flor, la prossima volta insieme!! A Zac, thank you very much!!

19/20 dicembre 2017
Silvia Rossi

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