La magia della Baja California Sur (BCS)

La magia della Baja California Sur è tutta da vivere in un viaggio on the road attraverso la penisola, dai deserti alle coste.

La magia della Baja California Sur è tutta da vivere in un viaggio on the road sulla Federal Hway 1 che collega le varie località da nord a sud. Da Los Cabos fino a Guerrero Negro attraverso la Reserva de la Biosfera de El Vizcaìno e dall’Oceano Pacifico al Golfo di California, passando per Todos Santos, La Paz, Loreto, Mulegè.

Una magia che ti accompagna chilometro per chilometro attraversando aridi altipiani, dove le recenti piogge primaverili hanno rinverdito i pochi arbusti presenti. Infinite ore di infinito deserto su strade infinitamente dritte, collegano le varie cittadine. Infinite distese di saguaro, i cactus più rappresentativi di queste latitudini. Lungo la strada pochissime auto, qualche mucca rinsecchita, cavalli ed asinelli vaganti.

Un loop interrotto dalla Sierra che si staglia all’orizzonte e che si apre con curve e tornanti su mozzafiato canyon a strapiombo, costeggiando scogliere ed il Mar de Cortéz.

La magia della Baja California Sur è trovarsi davanti un cartello ed un monumento dedicato al Tropico del Cancro e sentirsi parallelamente connessi su tutta la linea intorno alla Terra.

Oppure davanti all’imponente complesso del Vulcan de las Tres Virgenes la cui sagoma è visibile da km di distanza

Una magia che si ripete nel miracolo della natura nelle sue biodiversità: dalla migrazione delle balene dall’Alaska al Golfo di California, al santuario dei cactus, a Will il Coyote e Bee Bee che giocano tra di loro! (ma troppo veloci per essere fotografati!).

Alla magia che fa convivere il sole e la luna in pieno giorno. Albe, tramonti e lune piene in un incantesimo unico.

Dedicato a mio zio Franco Bernini (leggi anche L’Ultimo Hippie) che visitò questi posti negli anni ’70 e che con i suoi racconti fece sognare una bambina. Insegnandole così, la curiosità verso il mondo. Grazie.

Silvia Rossi, BCS marzo 2019

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, l’abbazia delle Crete

Una visita a questo antico convento benedettino che ancora mantiene intatti i suoi ritmi di vita monastica è un’esperienza artistico-culturale-spirituale, un must do to se ci si trova da queste parti .

L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore può essere considerata l’abbazia delle Crete Senesi: nascosta da colline più alte, si scorge solo dopo alcuni tornanti di strade panoramiche sulle crete, campi di girasole e oliveti. Cartoline Toscane.

Una visita a questo antico convento benedettino che ancora mantiene intatti i suoi ritmi di vita monastica è un’esperienza artistico-culturale-spirituale, un must do to se ci si trova da queste parti .

La visita all’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore comprende la chiesa, il chiostro, la biblioteca monumentale, il refettorio ed il museo che ospita opere religiose di vari artisti di vari tempi.

Nell’antica farmacia è allestito un negozio dove i Frati vendono i prodotti della loro azienda agricola ed i vini della loro cantina.

Per gli orari di apertura vi rimando al sito ufficiale, i Frati sono molto rigidi! www.monteolivetomaggiore.it

Per scattare qualche bella foto consiglio di arrivare a Monte Oliveto da Asciano, mentre per ammirare l’Abbazia da lontano, dal vicino borgo di Chiusure. 

Torna a: La  mia Toscana raccontata da un’autoctona

Silvia Rossi

Balter Vino e Vigna, una passione indipendente

Balter Vino e Vigna è la scritta che ti accoglie sulle mure dell’antico castellare, che dall’alto di un colle sovrasta la Vallagarina. Elegante ed imponente, con la sua storia secolare, ospita nelle sue cantine i vini che la famiglia produce da generazioni.

Una storia che il Signor Balter ti racconta trasmettendoti tutta la sua passione di vignaiolo di montagna indipendente! E spiegando con pazienza e semplicità, il Metodo Classico, riuscendo a far capire anche ai più testoni il “mistero” e l’affascinante mondo delle bollicine nelle sue varianti.

La degustazione finale è un viaggio in tutti i vini prodotti, dalle bollicine ai fermi, sia bianchi che rossi… circa 10 etichette!!
Chardonnay e Pinot Nero i vitigni principi per il Trento DOC (Brut, Brut Rosè e Brut Riserva), mentre Cabernet Sauvignon, Merlot, Lagrein, Sauvignon sono usati per produrre l’IGT Vallagarina nelle sue denominazioni.

Nel suggestivo scenario del giardino interno alle mura del castellare,
durante la bella stagione vengono organizzati eventi di vario genere, da concerti a matrimoni a degustazioni all’aperto “sotto le stelle”. Intorno, ettari di vigne a fare da cornice ad un paesaggio fiabesco.

Per info official link:https://www.balter.it/

Qui trovate una piccola lista dei posti dove mangiare bene nei dintorni, con i giusti abbinamenti eno-gastronomici!

Osteria del Pettirosso(Rovereto TN): propone un interessante menù con specialità italiane dal tocco trentino ed una notevole carta dei vini. Ambiente molto curato, nei caldi toni del legno, è perfetto anche per un aperitivo al banco. Nell’antica cantina è stata ricavata una sala dove si tengono serate Jazz.

Casa del Vino della Vallagarina (Isera, TN): Ogni giorno un menù diverso, composto da pochissimi piatti, ed elaborato dallo Chef a seconda della stagionalità e disponibilità dei prodotti locali. Ovviamente abbinati ad uno dei tanti vini della Vallagarina!

Novembre 2017
Silvia Rossi

Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra

Un viaggio alla ricerca di Pachamama.

Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra è il mio racconto di questa meravigliosa esperienza a contatto con la natura e lontana dalla cosiddetta civiltà. Un sogno che ho da quando ero bambina e guardavo affascinata i documentari: vedere il polmone del mondo, la foresta pluviale Amazzonica. 

Perdida en Amazonas
Foresta Amazzonica

L’infinita distesa verde che ad un certo punto ha riempito sia il finestrino dell’aereo che i miei occhi e la mia anima di gioia in un nanosecondo, ha spazzato via ogni dubbio o insicurezza sulle scelte fatte. Ancora dovevo atterrare e già non vedevo l’ora di essere Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra, nel regno di Pachamama!

Uscita dal minuscolo aeroporto di Iquitos (dall’alto una ferita nella giungla) mi accolgono un meraviglioso caldo tropicale (venendo dal dicembre fiorentino…) ed un super sole che alle 8 del mattino è già ustionante.  Contratto un mototaxi ed in un traffico pazzesco e senza regole mi porta al Flying Dog Hostel proprio sul Malecón di Iquitos… che si affaccia sul Rio Amazonas.

Il fascino di Iquitos è fortemente legato alla sua particolarissima posizione geografica, ma anche all’aspetto un po’ decadente che l’accompagna: la cittadina ha infatti vissuto anni di gloria quando l’economia era esplosa intorno al caucciù, per poi decadere quando questo prodotto è stato sostituito dalla chimica oppure da approvvigionamenti più convenienti in altri posti del globo. Meravigliosi colori, suoni e odori tropicali che riescono a mitigare i forti contrasti tristemente tipici di molti paesi che hanno subito uno sfruttamento su tutti i fronti.

La cittadina è piccola e si gira velocemente se non ci si perde per il mercato di Belem a parlare con i venditori a cercare di capire cosa sono la maggior parte dei prodotti!! Un luogo unico al mondo, magico, il mercato della Selva.

Rientro in ostello per riposarmi un po’, e casualmente inizia un’altra avventura … Ayahuasca, a tu per tu con lo Shamano

Cumaceba Lodge

Il pick up del Cumaceba Lodge arriva puntualissimo, un breve tragitto fino all’ imbarcadero ed in un’oretta di navigazione sul Rio raggiungiamo il paradiso… il Cumaceba Lodges, un eco-villaggio nel cuore della Selva.

Golbert è una Super Guida. Nei 4 giorni a seguire non ha mai smesso di raccontare storie incredibili, da spiriti della selva che ti rapiscono ad anaconda giganti mangia-uomini… indigeni, shamani, etc etc, le classiche storie che ancora raccontano ai loro bambini per insegnargli ad aver rispetto della natura ed una sana paura della Selva, del Rio e dei suoi pericolosissimi abitanti.

Lo scorrere delle giornate è stato scandito da passeggiate nella selva a varie ore del giorno per poter vedere i vari animali, ma soprattutto per riempirsi le orecchie dei loro suoni… infiniti, continui, sconosciuti… una musica incessante, come un concerto in cui i musicisti si danno il cambio nel corso della giornata a rotazione.

A navigare sul Rio a cercare i delfini rosa (visti grigi…), oppure addentrandosi nei rami secondari del fiume per pescare pirañhas (d mangiare poi a cena!). Come dice Golbert, nella giungla tutto quello che si muove è mangiabile (…) e il pirañha era buono, ed anche il pesce gatto fritto (ok fritto è buono tutto). Birrette al tramonto al molo del lodge, mega oziate in amaca. L’alba come sveglia, l’imbrunire per il riposo. That’s life.

Il picco di felicità l’ho raggiunto durante la visita ad un centro di recupero animali feriti, tra scimmie, pappagalli e bradipi… tutti liberi… senza paura dell’uomo… una bambina impazzita!

Vivere 4 giorni e 3 notti nel cuore della foresta Amazzonica peruviana, totalmente disconnessa dal mondo a me conosciuto, dalle comodità basilari a cui sono abituata (elettricità solo poche ore la sera, zero segnale telefonico), ad almeno un’ora di navigazione dal centro abitato più vicino, con insetti e tarantole come fosse il giorno del giudizio, bhè, da non credersi, ma sono stati i quattro giorni più rilassanti della mia vita. Senza interferenze e/o stimoli esterni che potessero distrarmi dal mio obiettivo e totalmente connessa con me. Mangiare. Dormire. Meditare. Parlare con alberi e animali. Troppo pochi 4 giorni. Riportatemi li!!

Perdida en Amazonas, per ritrovarmi.

A Mamma&Babbo, solo grazie a voi!

Silvia Rossi

20/23 dicembre 2017

 

Perdida en Amazonas
Amazonian Sunset

Deep Inside… Basilicata (part 1/2)

Agosto 2016: “Deep Inside Basilicata” è stato il mio primo viaggio in solitaria che non fosse per lavoro, il primo viaggio al Sud. Non so quale istinto mi abbia portato a scegliere questa meta, sta di fatto che me ne sono così innamorata che trovo continui nessi con la mia amatissima Toscana 😉 . Una regione da esplorare in ogni suo paesino, dal mare alla montagna, ai boschi, alle infinite distese di campi e uliveti. 

DAY 1: da Maratea a Matera

Dopo qualche giorno di relax sulla costa Tirrenica, al confine tra Basilicata e Calabria, in ottima compagnia ed in assoluto stile locale, mi lascio alle spalle lo spacco roccioso della costa Tirrenica Lucana, la folla ed il chiasso del Ferragosto appena passato. 

Saluto Maratea, una delle perle del Tirreno, il mare, il Barbanera Beach Bar ed anche il Cristo Redentore: non sono religiosa ma non vorrei s’offendesse ;);), è simbologia pura, e poi diciamocelo, fa un po’ Rio 😉 Mi sembra un ottimo punto per far iniziare il viaggio! 

E’ subito coda sulla SS18 che serpeggia lungo la costa a strapiombo sul mare, causata da un incendio, uno dei tanti che ogni estate imperversano in queste terre… 🙁 … almeno c’è il panorama… blu mare e cielo che si confondono all’orizzonte nella calura estiva. Addentrandomi sulla SP3 Tirrena la strada inizia a salire e dopo pochi km la macchia mediterranea inizia a far posto a paesaggi brulli e rocciosi che si alternano a boschi di montagna.

Arrivo a Lauria senza aver incontrato un’anima… qualche foto al suggestivo panorama appenninico poi proseguo per la SS19 Delle Calabrie fino alla SS653 Sinnica che si snoda quasi elegante lungo il fondovalle del fiume Sinni fino alla costa JonicaI panorami qui mi rapiscono, le montagne boscose dell’ Appennino Meridionale sovrastano la strada che bordeggia i confini nord del Parco Nazionale del Pollino (il più grande d’Italia), dove eroici paesini arroccati ti guardano sospettosi dall’alto. Nel mezzo scorre il Sinni, un po’ in secca ad agosto, greggi di pecore annoiate brucano la poca erba delle rive, in una ruralità di un tempo passato quasi surreale .

Passo Latronico, Episcopia, costeggio il Lago di Monte Cotugno e qui riesco ad intrufolarmi fin sotto la diga ed a risalire sull’altro lato ad ammirare il panorama. Mi fermo a Valsinni per un caffè ed imparo la triste storia della poetessa cinquecentesca Isabella Morra vi invito a leggerla… una storia così antica, così attuale in alcuni drammatici dettagli.

Adesso i paesaggi sono più dolci, distese di campi e oliveti intervallano colline tufacee disegnate da scenografici calanchi che mi ricordano molto alcune parti della mia amata Toscana.  E poi ancora grotte e canyon che si sono formati con l’erosione del tempo. Attraverso la Val D’Agri, l’altra grande valle della Basilicata in direzione Craco, un must to see, la famosa ghost town italiana, set di numerosi film (Craco Museum). Continuo verso la meta finale, fino alla SS407 Basentana. PisticciFerrandina, e Miglionico ed altri paesi, arroccati sulle estremità dei colli più impervi, da sempre a difesa di sé stessi.

Inizio ad intravedere Matera, ma riesco a perdermi sul finale, sulla strada per l’agriturismo sconfinando in Puglia… salgo per qualche curva ed all’improvviso un altopiano infinito di campi appena arati dopo la mietitura fino all’orizzonte (Le Murge??!!). Nel mentre, il tramonto sull’altopiano, che bello perdersi!!! Sono stanca, il navigatore (in botta) mi sta facendo girare a vuoto per le strade bianche senza trovare il posto… per fortuna incontro degli anziani contadini, gli chiedo info sulla Masseria La Fiorita ed uno mi risponde “macchè fiorit’ qui è tutt’appassitt’ ” Sto ancora ridendo! Uno di loro poi mi fa strada col motorino.  La Masseria è deliziosa, pensata nei minimi dettagli per gli ospiti e Maria Laura è una padrona di casa stupenda! E’ immersa in un’oasi verde e da vera fattoria che è, ha gli animali e le produzioni. Ceno all’agriturismo Le Matinelle sul poggio accanto, crostoni con cicoria e purea di fave e patate tutto km 0 e bio! (ottimo!). 

DAY 2: Matera Capitale della Cultura Europea 2019

Mi sveglia presto un tintinnare di campanelli, incuriosita mi affaccio e vedo la scena del pastore che apre il recinto e tutte le pecore in fila, ordinate, escono e si dirigono al pascolo passando per l’aia proprio sotto la finestra: le saluto (come sempre, porta bene!) e ci auguriamo una buona giornata! Con molta calma vado verso Matera, fortunatamente non ci sono resse di turisti, trovo facilmente parcheggio, un panificio per un pranzo al sacco che mi gusterò più tardi arroccata su un sasso, e via! Su e giù per le stradine, girando in lungo e largo i Sassi. A meno che non si sia interessati a visitare ogni singola chiesetta, si gira velocemente ed è piacevolissimo perdersi per vicoli e stradine. Dopo qualche ora torno alla macchina e vado al belvedere nel Parco della Murgia Materana da cui si ha una splendida vista sui Sassi. Ci sono anche vari percorsi a piedi ma purtroppo un temporale in arrivo fomenta la mia pigrizia. Vado a rilassarmi un po’ in agriturismo per poi tornare in città per cena ed ammirare Matera by night. Da non perdere!

La Basilicata che non mi aspettavo mi ha conquistato!

Agosto 2016, 

Silvia Rossi

Segue ⇒  Deep Inside… Basilicata (part 2/2)

 

 

Alla ricerca del Thai Mood: a zonzo tra Koh Tao, Koh Samui, Koh Phangan.

Alla ricerca del Thai Mood: a zonzo tra Koh Tao, Koh Samui, Koh Phangan

Dopo quasi due settimane di città, templi e giungla è giunto il momento delle isole, volutamente lasciate per ultime per godersele e fare il pieno di relax prima del rientro. Per provare a risparmiare un po’ di soldi ho in realtà perso molto tempo negli spostamenti, ma fa parte del viaggio, sono quelle vicissitudini che lo rendono più corposo.

Come quando, dopo un’intera giornata da Chiang Rai a Chumpon (tra aeroporti, taxi, aliscafi, minivan, ect), arrivi all’ “hotel” (una casa appena ristrutturata in mezzo a cantieri in corso) alle 11pm: tutto buio, in mezzo al niente e nessuno a cui chiedere… solo un’altra coppia di backpackers ed un cane (come milioni a giro per il paese)… chiamo il numero di tel sulla prenotazione, mi rispondono “ten minutes” e poco dopo arriva una signora in motorino che con nonchalance apre le porte, ci da due indicazioni a gesti e con poco inglese, e se ne va. La mattina dopo, alla luce del giorno, realizzo di trovarmi in una zona nuova in piena costruzione e che la strada più corta per arrivare al porto è via spiaggia…

Koh Tao: hotel direttamente sulla spiaggia di Sairee Beach. Consiglio di fare il giro dell’isola in barca, di solito un’escursione di una giornata che includa una sosta a Koh Nang Yuan ed il suo istmo di sabbia bianca; salite fino alla cima della collinetta per la foto di rito. Le barche effettuano soste apposite per permettere di fare snorkeling in una moltitudine di pesci e coralli coloratissimi! Sole e Monsoni si sono alternati equamente facendomi godere di questo paradiso dove avrei dovuto dedicargli un paio di giorni in più. Siamo in pieno agosto e Sairee Beach è pressoché vuota… un sogno!! Di sera invece si anima, la musica si alza ed i barrettini si riempiono di gente. Drink vista mare con spettacoli acrobatici dei giocolieri del fuoco… il Thai Mood potrebbe essere qui 😉

Koh Samui: i miei più sentiti ringraziamenti al barrettino “Freedom” sulla spiaggia  di Lamai, proprio accanto al resort, il Seaview Paradise Beach and Mountain Holiday Villas Resort. . 😉 Bella anche la spiaggia di Chewang ma un po’ troppo affollata ed “attiva” per i miei gusti, come del resto un po’ tutta l’isola che offre attività di tutti i tipi. Bellissimo il Mu Ko Ang Thong National Marine Park e la vista dell’arcipelago dal View Point (vale la scarpinata).

 

Koh Phangan: scelta sia per completare il giro di questo gruppo di isole, che per immensa curiosità verso il Full Moon Party con cui ho fatto coincidere le date. Anche qui un sincero grazie ad il Bamboo Bar vicino al resort (The Great Escape) che è stato veramente amichevole 😉 Il Full Moon party è una bella idea commerciale, migliaia di ragazzi/e da tutto il mondo riuniti sotto la luna piena (esiste anche l’Half Moon Party), organizzazione certosina con tanto di “sleeping area” (o area collasso) dove puoi lasciare l’amico/a disagiato di turno (o essere lasciato/a) su dei comodi tappeti sotto lo sguardo vigile di infermieri della Croce Rossa. Koh Phangan è l’isola che più mi è piaciuta per il suo aspetto selvaggio, peccato per i Monsoni che invece non me l’hanno fatta godere al 100%…

Se ho trovato il Thai Mood? chissà…

ขอบคุณ Thailand!.

Agosto 2015,
Silvia Rossi

Dolce Vita – Firenze & Chianti (Classico!)

Dolce Vita – Firenze & Chianti (Classico!)

Lo dico sempre che fare la turista in casa è meraviglioso, godersi tutta questa bellezza senza lo stress della quotidianità… staccare e provare a fare finta di non essere del luogo… ed è possibile perché mi meraviglio sempre!!

Questa volta l’ occasione l’ha creata un’amica, che per festeggiare un evento speciale, ha riunito a Firenze una decina di amici arrivati da varie parti d’Europa e d’Italia, organizzando l’intero weekend. A me solo gli onori della “padrona di casa”.

Il ritrovo, nonché base dei giorni successivi, è la Residenza d’ Epoca Torre dei Lari, un’antica villa in zona Bellosguardo. La camera “Forte Belvedere” la dice tutta sulla vista, poi colazione in giardino, piscina con angoli idromassaggio… assolutamente inserito nella mia lista “da consigliare”.

Il programma del sabato:

  • in mattinata visita a la Fattoria Le Filigare sulle colline nei dintorni di San Donato, con pranzo e degustazione: conoscevo già i suoi vini ma non avevo mai visitato la tenuta e la cantina. Un delizioso borgo su un poggio da cui si ha una splendida vista su vigneti ed oliveti che compongono il panorama. Avevamo prenotato un pranzo “light” (**) con degustazione vini, che Alessandro (il proprietario) ci ha spiegato nei dettagli, ampliando il racconto con aneddoti e storie del territorio.  (**) date le altissime temperature di questo luglio 2017, un pranzo toscano tipico era inaffrontabile… ci siamo “limitati” a: taglieri di salumi e formaggi a km.0, bruschette al pomodoro, crostini di fegatini, fettunta… Dopo il pranzo Alessandro ci ha guidato nella visita alla cantina, che non è proprio “di design” come altre più blasonate, ma proprio per questo “vera”, trasmettendoci tutta la sua passione.

  • pomeriggio SPA al Castello del Nero con aperitivo vista colline: coccole per corpo e mente che ogni tanto dovemmo regalarci… per chi ama questo genere di cose è sicuramente una struttura da provare.

  • cena in centro a Firenze, poi birretta/drinks in Piazza Santo Spirito, la più viva che c’è negli ultimi anni.

Il programma della domenica:

  • degustazione e aperitivo all’ Enoteca Falorni a Greve: ormai una tappa fissa, il posto è molto bello e mi diverto io stessa a degustare nuovi vini nonché a far conoscere i classici ai miei amici stranieri.
  • Pranzo alla Macelleria Falorni (sempre a Greve): sono rimasta piacevolmente soddisfatta sia dalla simpatica formula che ordini tipo gastronomia alla cassa poi ti servono al tavolo, sia dalla qualità dei prodotti.

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Sulla via del ritorno, un caffè a Piazzale Michelangelo e per finire, un brindisi sul roof top del Grand Hotel Minerva.

Buonanotte Firenze! Buonanotte Mondo!

 

 

Thank you Emna ♥

Firenze, 21/23 luglio 2017

Silvia Rossi

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord tra Chiang Mai e Chiang Rai

Alla ricerca del Thai Mood: al Nord, Chiang Mai e Chiang Rai

Finalmente al Nord, la parte più attesa del viaggio in Thailandia, alla volta di antiche culture e civiltà, nel crocevia dei commerci asiatici del Golden Triangle, nel triplo confine tra Thailandia, Myanmar, Laos. Alla ricerca del Thai Mood tra Chiang Mai e Chiang Rai.

DAY 4 Chiang Mai

La cittadina di Chiang Mai ha una storia centenaria alle spalle, con il suo mix di culture e tradizioni che le dona il tocco di “vero Thai”. La cinta muraria con il fossato pieno d’acqua (e di pesci gatto) ti riporta indietro nel tempo ed il paesaggio rurale intorno alla città ne amplifica la sensazione. E’ allo stesso tempo vivace e moderna, piena di attività turistiche. Mi perdo in ogni mercato, faccio scorta di olio di cocco, inizio a forse a sentire il Thai Mood? Da non perdere il Somphet market con specialità Thai del nord.

Mattinata un po’ buttata: prima mi prende bene l’idea di andare al Tiger’s Temple a coccolare un tigrotto… ma una volta arrivata lì i sensi di colpa hanno preso il sopravvento. Non pago per far drogare animali che in natura mi vedrebbero come uno spuntino. E niente, nel mentre il tassista se n’è andato, mi trovo nel nulla e non so come tornare in città… Mi avvio a piedi, chiedendo l’autostop… si fermano due ragazze ed anche se nessuna delle due parla inglese, ci siamo capite e sono state così gentili da portarmi fino alla fermata di un mini bus collettivo che porta in città. 

Monsoni in corso
Monsoni in corso

 

Come partiamo i Monsoni si ricordano che è la loro stagione… il loro momento… e con tutta la loro arroganza rovesciano in pochi minuti il diluvio universale. Ma io sono al riparo su questo “mini bus”, i Thailandesi mi guardano curiosi e mi sorridono, trasmettendomi tranquillità (fuori fiumi d’acqua, senza metafore). 

DAY 5 Chiang Mai 

La giungla chiama, è li, appena fuori dalla città, finite le risaie, si inerpica sulle montagne avvolte nelle nubi d’acqua di questa stagione. Trovo un tour in giornata che comprende varie attività, dalla passeggiata sull’elefante (mai più lo giuro!!poveri elefanti…), al rafting, al trekking tra le risaie e nella giungla fino ad una cascata e visita ad una Butterfly Farm. Il sole ad un certo punto fa  capolino tra le nuvole della mattina regalandomi un gran finale di giornata!!  Finalmente in totale connessione con la natura!

DAY 6 Chiang Rai

Arrivo a Chiang Rai nel pomeriggio, dopo circa 4 rilassanti ore di autobus tra panorami di risaie e giungla lungo la strada.

La cittadina di per sè non è molto interessante, gli obiettivi erano il White Temple (Wat Rong Khun) ed il Golden Triangle, che ho incluso in un’ escursione in giornata, che comprendeva anche il Black Temple (Baan Dam), Mae Sae al confine con il Myanmar e la Fish Cave. Sul White Temple e la fantasia del suo autore rimango ancora incantata a guardare le foto ed ogni suo singolo sfavillante dettaglio di bianco ed argento, invece al Black Temple, sono rimasta indignata dalla collezione di pelli e corna di animali esposta in bella vista ed dal piccolo zoo nel parco. Non è proprio ciò che mi piace ammirare.

Il confluire dei fiumi Ruak e Mekong segna il triplice confine tra Thailandia, Myanmar e Laos, disegnando così il Triagolo d’Oro, una delle più vaste zone del mondo di produzione di oppio. Un simpatico museo racconta la storia di luoghi.

Mae Sae, è il punto più a nord di tutta la Thailandia, cittadina di confine alle prese con una dogana molto trafficata. Mi fermo giusto per un piccolo shopping, i prezzi sono la metà che a sud!! dsc_0879-collage.jpg

Ultima tappa ma carinissima, la Fish Cave, immersa nel verde a ridosso della montagna, ovviamente con il suo tempio, il laghetto pieno di carpe e pesci gatto, scimmie intorno a me (in dotazione un bastone per scacciarle ma non ce n’è bisogno), una bella scalinata ai rifugi dei monaci eremiti. Thai Mood?

A me, che ho fortemente voluto vedere il Nord. Perchè la Thailandia non è solo isole e mare 🙂

Ma per “riposarci da queste fatiche” → le isole ed il mare della Thailandia

Thailand, agosto 2015
Silvia Rossi

Alla ricerca del Thai Mood. Day 1 – Bangkok

Bangkok Day 1

Bangkok & Ayutthaya, Chiang Mai, Chiang Rai & The Golden Triangle, le isole di Ko Tao, Ko Samui, Ko Phangan (con Full Moon Party). Tre settimane di aerei, autobus, taxi, pick up, tuk tuk, aliscafi, motorino, elefante ed autostop.

Mille mondi in un uno: dalla megalopoli di Bangkok (con tutti i suoi infiniti mondi all’interno) alle risaie ed alla giungla del nord, alle famose (e inflazionatissime) isole.

Mondi nuovi per me! Il primo sbarco sul continente asiatico, lo “smiling country”, patria del Buddismo, storia, cultura, giungla, spiagge e mare da sogno…what else?

DAY 1

Ma iniziamo da Bangkok. Volo con Aeroflot, la temperatura a bordo della compagnia di bandiera russa rispecchia gli standard siberiani e fuori dall’aeroporto di Bangkok mi accoglie un caldo-umido che non è troppo diverso da quello di Firenze di quell’agosto 2015. Così come il traffico 😉

Avevo prenotato una guest house nella Old Bangkok (The Royal Thatien Village) dove mi hanno dato una camera con vista praticamente davanti al Wat Pho! Molto carino, tutto in legno ed il solo fatto di togliersi le scarpe e di lasciarle nella scarpiera in fondo alle scale prima di salire in camera già mi piaceva!!  Mi lasciava perplessa solo la finestra tra il bagno e la camera (…).

Il mio ormai collaudato metodo anti jetleg è fare di tutto per ignorarlo: fare il possibile per riuscire ad arrivare a sera e crollare ad un orario che non mi svegli poi nel cuore della notte. Ed è solo mattina presto… Lascio la borsa, colazione con riso e curry verde (…) nel locale sotto l’albergo e parte il tour esplorativo.

Subito immersione spirituale al Wat Pho, il principale centro religioso di Bangkok. Nonostante la moltitudine di turisti è impressionante come i monaci non si distolgano dalla preghiera e le attività dentro ai templi continuino indisturbate. Rimango totalmente rapita dalle decorazioni, stucchi, specchi, mosaici che ricoprono completamente i templi, chedi e stupa vari, avrei voluto fotografarne ogni singolo dettaglio. Mi immagino le migliaia di artigiani che si sono dedicati alla realizzazione di queste meraviglie.

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Rientro in hotel per una pausetta, poi di nuovo fuori a girellare lungo il fiume Chao Phraya, tra i negozietti di medicina orientale ed al Tha Tien market con banchini di street food colmi di cibi mai visti. Continuando, arrivo fino al Tha Prachan Pier Market pieno di oggetti di design e di installazioni artistiche degli studenti della vicina università. Infiniti micromondi. Rientro in hotel con un Tuk Tuk, da ora lo prenderò svariate volte. Ogni spostamento è un’esperienza che parte dalla negoziazione del prezzo all’ arreggersi bene in curva per evitare di essere sbalzato fuori!

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Per i più romantici consiglio un aperitivo all’ Amorosa, non proprio tipico Thai ma con terrazze che affacciano sul fiume davanti al bellissimo Wat Arun che con l’illuminazione notturna è ancora più suggestivo. Arrivo fino a Khaosan Road e lo scenario cambia radicalmente: dalla tranquillità di qualche strada prima, al delirio totale di questa via totalmente dedicata ai turisti. Folle di stranieri, locali con musica altissima che fanno a gara tra di loro a chi la spara più alta, street food (e vai col primo Pad Thai di una lunga serie), bancarelle di ogni tipo, centri massaggi direttamente in strada… e perché non provare?

continua con: Day 2 – Bangkok

Thailandia, Agosto 2015
Silvia Rossi

Titicaca Experience

La mia idea iniziale di escursione sul lago Titicaca, il cosiddetto “Oceano delle Ande” si limitava ad un tour giornaliero in barca, ad ammirarne i panorami ed a rilassarmi dopo le sfacchinate della Valle Sagrada, per poi ripartire in nottata. Invece, devo assolutamente ringraziare Cristian (appena conosciuto alla stazione degli autobus di Puno), che dopo poche chiacchiere mi aveva già convinta a fare la sua stessa escursione: due giorni ed una notte su Isla Amantani e Isla Taquile, ospiti in casa dei locali, il Turismo Vivenciales, che permette alle famiglie qualche entrata extra. 

Da Puno all’isola sono circa due ore di navigazione, è una bella giornata e sono in pace con il mondo, Pachamama è sempre con me 😉

fake Uros
fake Uros

Facciamo sosta alle isole galleggianti Los Uros, costruite con la totora, un giunco locale molto resistente che da sempre queste popolazioni utilizzano per costruire questi enormi zatteroni.

 

Insieme alla guida alcune donne ci spiegano le loro usanze, una simpatica messinscena per noi turisti con annesso mercatino di souvenirs e giretto su barcone scenografico. Ma le vere Uros sono altro…

Isla Amantanì (3400m slm) y Isla Taquile

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p style=”text-align: left;”>Le famiglie locali ci hanno accolto calorosamente, tutte schierate di fronte al molo con i loro colorati costumi tradizionali, capitanati dal Presidente della Comunità.

Madyluz y su esposo
Madyluz y su esposo

Ci sono dieci zone/quartieri che ruotano una volta al mese per ospitare i turisti, questo è il turno di Tika Wasi e noi siamo stati affidati a mami Madyluz, età indefinibile ma sicuramente più giovane di me (e due figli piccoli) e marito evanescente. La società è matriarcale e l’economia di base è un’agricoltura di sussistenza (quinoa a gogò) ed un po’ di allevamento di lama e alpaca.

Madyluz y mi equipaje
Madyluz y mi equipaje

Ho dato dimostrazione della mia negazione alla fatica dopo pochi metri di salita dal molo alla casa: rantolavo e sudavo le sette fatiche per portare su il bagaglio… Madyluz ha preso il suo scialle, lo ha aperto per terra, ci ha messo sopra il mio borsone di 15kg e con un gesto leggiadro l’ha roteato in aria, caricato sulla schiena e mi ha comunque lasciato indietro di 100 metri… Complimentandomi con lei per la sua forza mi ha risposto che era leggero… di solito porta 30kg di patate da un lato all’altro dell’isola…

 

Madyluz che fila mentre cammina
Madyluz che fila mentre cammina

Le donne sono incessantemente intente a filare la lana, anche mentre camminano, se ci avessi provato io, oltre a non saper filare la lana, sarei finita nel dirupo.

Il programma del pomeriggio prevede, per i più “temerari” una camminata fino ai templi di Pachamama-Madre Terra (4100 mslm) e Pachatata-Padre Cielo, mentre per i meno intrepidi sosta-relax nella piazza del paese con barrettino annesso. Comunque, ognuno con le proprie forze arrivava fin dove voleva, nessun rischio di perdersi.

Ancora una volta questo meraviglioso Perú ha regalato immensi panorami da mozzare il fiato… una visuale a 360 gradi intorno all’isola, a sua volta circondata dal Titicaca, a sua volta incorniciato dalla Cordillera Blanca e dalle Ande boliviane sullo sfondo… solo e soltanto grazie Vita!

“Nel cammino lascia solo le tue impronte e nessun’altro segno del tuo passo” (detto locale)

Dopo cena il marito di Madyluz ci ha dato da indossare i loro abiti tradizionali e tutti insieme siamo andati al luogo delle feste della Comunità dove avevano imbastito una festicciola con musici andini venuti da Puno. 

Ma le stelle!!! Che stelle!! Quanteeeee!!!!!! Al rientro a casa, nel buio più totale, sopra di noi, uno degli spettacoli notturni più belli che abbia mai visto. Inutile dirvi che Madyluz mi ha preso per un braccio per paura che cadessi perché camminavo col naso all’insù… uno spettacolo che anche da solo sarebbe valso quest’esperienza.

Ma ciò che mi porto ancora dentro a distanza di mesi e che spero di non dimenticare mai più, è la sensazione di totale fiducia che aleggiava intorno a me, a tutti noi.

Abituata a vivere un mondo dove “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, ritrovarsi a dormire a casa di sconosciuti e senza serrature, l’idea che mi era venuta di mettere il tavolo davanti alla porta mi ha fatto solo sorridere e  non l’ho fatto! 

Come nella vita quotidiana, la fiducia verso il prossimo è ancora più fondamentale quando si viaggia, bisogna allenarsi, allenare i nostri sensi.

A volte bisogna affidarsi, siamo soli, non conosciamo la lingua… un semplice sorriso apre tante porte…  imparare a lasciarsi andare ed imparare a ricevere…

A volte sbaglieremo, ma la fiducia resa paga molto di più.

los Latinos!
los Latinos!

E qui dedico questo mio primo non so cosa, a chi, in questa brevissima “Titicaca Experience” mi ha aperto il suo cuore e la sua amicizia.

“A Cristian, Natalia, Camila Y Sofia, che la nostra amicizia possa passare oltre il tempo e le distanze. Somos latinos! Los quiero mucho!!”

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p style=”text-align: left;”>Silvia Rossi
29/30 dicembre 2017

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p style=”text-align: justify;”>Correzione testi Italiano: Letizia Frullini, Nadia Parrini;
Correzione testi Spagnolo: Flor Tanganelli;