Deep Inside… Basilicata (part 2/2)

DAY 3

Un altro intenso giorno attraverso questa stupenda regione… Deep Inside… Basilicata!! Inizio dal Lago di San Giuliano, Riserva Naturale Oasi WWF a pochi km da Matera. Le rive sono coperte di un tappeto di erba verde che sembra appena tagliato, mi spiegheranno poi che sono le pecore a brucarlo così… altro che tosaerba!!! Mentre bivacco al sole sulla riva, incontro un nonno con nipotino che passeggiano, ed incuriosito da una ragazza sola, con la tipica gentilezza degli anziani, mi attacca bottone. Nel mentre arriva un gregge di pecore che ci passa tutto intorno e prosegue il suo cammino. Arriva anche il pastore, amico del nonno, soliti convenevoli, tira fuori un thermos di caffè, dei bicchierini di plastica e ce lo offre. Mi fanno tantissime domande sulla mia città, sul Nord, ma a mia volta sono incuriosita da loro… non parlano dialetto, ma in italiano corretto e forbito e con poco accento… infatti, il nonno è un professore in pensione, mentre il pastore ha studiato Legge, era avvocato, ma ha preferito tornare alla vita dei suoi avi… lezioni di vita. Touchée!

Proseguo, mi fermo a Miglianico, giratina in piazza ed intorno al Castello del Malconsiglio (chiamato così perché qui è avvenuta la congiura dei Baroni del 1485 contro gli Aragonesi) ma è chiuso (è l’ora di pranzo…), mi rimetto in moto.

Da qui inizio a studiare le varie strade provinciali che mi porteranno a Melfi entro sera. SP8 poi SP del Fondo Valle Basentello + SP Val Fosso Acqua di Lucania + SPexSS96 fino a Irsina, altra chicca arroccata su un cucuzzolo tufaceo. Sono innamorata persa di queste colline e di ogni paesino arroccato sul tufo; la mente si libera e fa spazio.

I Palmenti di Pietragalla
I Palmenti di Pietragalla

Continuo sulla SP96, la strada inizia a salire, all’orizzonte il Vulture si fa sempre più nitido; passo da Oppido Lucano e sulla SS169 arrivo a Pietragalla (circa 800 mt slm) dove mi fermo a vedere gli antichi palmenti. Sono antichissime costruzioni rurali dove avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto. Non a caso sto entrando in terra di vini, nello specifico di un grande rosso, l’Aglianico del Vulture DOC, ottenuto dal medesimo vitigno e da alcuni chiamato il Barolo del Sud.

Sulla strada trovo Castel di Lagopesole, visto che Miglianico era chiuso, mi tolgo le voglie di storia e cammino dove Federico II amava ritirarsi (uno dei miei personaggi storici preferiti).

Arrivo a Melfi al B&B Le Camelie, giusto il tempo di prendere possesso della camera (grande e confortevole) che il tempo stringe e riparto per Venosa, la presunta città di Orazio che mi era rimasta fuori dal percorso ed a cui ho potuto dedicare solo poche ore. Un peccato, perché tra vedere e fare, valeva la pena decisamente di più. Arrivo in città in un’allegra sera di agosto, con spettacoli in piazza ed una bellissima luna piena ad accompagnarmi.

Castello di Melfi
Castello di Melfi

Rientrando a Melfi al B&B, mi fermo a comprare dell’acqua ad un baracchino e nell’accostarmi al marciapiede esplode una gomma della macchina… il rumore attira la gente che era li nei dintorni… il luogo si rivela essere il posto delle sagre e dei concerti del paese e ne era appena finito uno… volenterosi soccorritori per fortuna non sono mancati!! Racconto brevemente la mia storia, che volevo prendere solo dell’acqua, andare a fare due foto al castello e poi a nanna… Francesco “O’Cines” e Pietro “l’Assessore” prendono in mano la situazione: chiamano a rapporto dei ragazzi più giovani per spostarmi l’auto dove non intralci, mi danno l’acqua, un po’ di cocomero in vaschetta, obbligano altri a portarmi al castello per le mie foto e poi al B&B. L’indomani mattina avremo risolto il problema della gomma. Organizzazione Top!! Grazie ancora a tutti i ragazzi che mi hanno aiutata!!

DAY 4

Anche grazie al proprietario del B&B, che mi ha accompagnata da un gommista ed a recuperare il mezzo, con una spesa minima ed in poco tempo risolviamo il dramma gomma e tutta contenta, di nuovo padrona della mia libertà di movimento, me ne vado a Rionero in Vulture, dove avevo la prenotazione per la visita e la degustazione a Le Cantine del Notaio …  un viaggio nel magico mondo del vino, fin nelle sue antiche radici, nel suggestivo scenario delle cantine scavate nel tufo secoli or sono. Un ringraziamento speciale a Luana che ha guidato la visita con professionalità, simpatia ma soprattutto tanta passione!

Finisco il tour che è l’ora di pranzo e mi consigliano di andare a fare un giro ai laghetti vulcanici di Monticchio, incastonati nel massiccio del Vulture. Passeggio intorno al più piccolo, appena 1km di circonferenza… Natura, silenzio, pace nel verde dei boschi che mi circondano… una perfetta cartolina di saluti…

Con immenso dispiacere il mio viaggio Deep Inside Basilicata finisce qui, un arrivederci sincero e grato, quasi commosso (sarà il vino 😉 ) a queste terre ed ai suoi abitanti. Quattro giorni intensi e stancanti, ma allo stesso tempo rigeneranti, spesso distaccata dal mondo per riprendere contatto con il mio. Deep Inside.

Arrivederci Basilicata!

A me.
Agosto 2016
Silvia Rossi

E non le fai delle altre tappe risalendo l’Italia verso Firenze?? Dove? Cosa? seguitemi… 🙂

 

Deep Inside… Basilicata (part 1/2)

Agosto 2016: “Deep Inside Basilicata” è stato il mio primo viaggio in solitaria che non fosse per lavoro, il primo viaggio al Sud. Non so quale istinto mi abbia portato a scegliere questa meta, sta di fatto che me ne sono così innamorata che trovo continui nessi con la mia amatissima Toscana 😉 . Una regione da esplorare in ogni suo paesino, dal mare alla montagna, ai boschi, alle infinite distese di campi e uliveti. 

DAY 1: da Maratea a Matera

Dopo qualche giorno di relax sulla costa Tirrenica, al confine tra Basilicata e Calabria, in ottima compagnia ed in assoluto stile locale, mi lascio alle spalle lo spacco roccioso della costa Tirrenica Lucana, la folla ed il chiasso del Ferragosto appena passato. 

Saluto Maratea, una delle perle del Tirreno, il mare, il Barbanera Beach Bar ed anche il Cristo Redentore: non sono religiosa ma non vorrei s’offendesse ;);), è simbologia pura, e poi diciamocelo, fa un po’ Rio 😉 Mi sembra un ottimo punto per far iniziare il viaggio! 

E’ subito coda sulla SS18 che serpeggia lungo la costa a strapiombo sul mare, causata da un incendio, uno dei tanti che ogni estate imperversano in queste terre… 🙁 … almeno c’è il panorama… blu mare e cielo che si confondono all’orizzonte nella calura estiva. Addentrandomi sulla SP3 Tirrena la strada inizia a salire e dopo pochi km la macchia mediterranea inizia a far posto a paesaggi brulli e rocciosi che si alternano a boschi di montagna.

Arrivo a Lauria senza aver incontrato un’anima… qualche foto al suggestivo panorama appenninico poi proseguo per la SS19 Delle Calabrie fino alla SS653 Sinnica che si snoda quasi elegante lungo il fondovalle del fiume Sinni fino alla costa JonicaI panorami qui mi rapiscono, le montagne boscose dell’ Appennino Meridionale sovrastano la strada che bordeggia i confini nord del Parco Nazionale del Pollino (il più grande d’Italia), dove eroici paesini arroccati ti guardano sospettosi dall’alto. Nel mezzo scorre il Sinni, un po’ in secca ad agosto, greggi di pecore annoiate brucano la poca erba delle rive, in una ruralità di un tempo passato quasi surreale .

Passo Latronico, Episcopia, costeggio il Lago di Monte Cotugno e qui riesco ad intrufolarmi fin sotto la diga ed a risalire sull’altro lato ad ammirare il panorama. Mi fermo a Valsinni per un caffè ed imparo la triste storia della poetessa cinquecentesca Isabella Morra vi invito a leggerla… una storia così antica, così attuale in alcuni drammatici dettagli.

Adesso i paesaggi sono più dolci, distese di campi e oliveti intervallano colline tufacee disegnate da scenografici calanchi che mi ricordano molto alcune parti della mia amata Toscana.  E poi ancora grotte e canyon che si sono formati con l’erosione del tempo. Attraverso la Val D’Agri, l’altra grande valle della Basilicata in direzione Craco, un must to see, la famosa ghost town italiana, set di numerosi film (Craco Museum). Continuo verso la meta finale, fino alla SS407 Basentana. PisticciFerrandina, e Miglionico ed altri paesi, arroccati sulle estremità dei colli più impervi, da sempre a difesa di sé stessi.

Inizio ad intravedere Matera, ma riesco a perdermi sul finale, sulla strada per l’agriturismo sconfinando in Puglia… salgo per qualche curva ed all’improvviso un altopiano infinito di campi appena arati dopo la mietitura fino all’orizzonte (Le Murge??!!). Nel mentre, il tramonto sull’altopiano, che bello perdersi!!! Sono stanca, il navigatore (in botta) mi sta facendo girare a vuoto per le strade bianche senza trovare il posto… per fortuna incontro degli anziani contadini, gli chiedo info sulla Masseria La Fiorita ed uno mi risponde “macchè fiorit’ qui è tutt’appassitt’ ” Sto ancora ridendo! Uno di loro poi mi fa strada col motorino.  La Masseria è deliziosa, pensata nei minimi dettagli per gli ospiti e Maria Laura è una padrona di casa stupenda! E’ immersa in un’oasi verde e da vera fattoria che è, ha gli animali e le produzioni. Ceno all’agriturismo Le Matinelle sul poggio accanto, crostoni con cicoria e purea di fave e patate tutto km 0 e bio! (ottimo!). 

DAY 2: Matera Capitale della Cultura Europea 2019

Mi sveglia presto un tintinnare di campanelli, incuriosita mi affaccio e vedo la scena del pastore che apre il recinto e tutte le pecore in fila, ordinate, escono e si dirigono al pascolo passando per l’aia proprio sotto la finestra: le saluto (come sempre, porta bene!) e ci auguriamo una buona giornata! Con molta calma vado verso Matera, fortunatamente non ci sono resse di turisti, trovo facilmente parcheggio, un panificio per un pranzo al sacco che mi gusterò più tardi arroccata su un sasso, e via! Su e giù per le stradine, girando in lungo e largo i Sassi. A meno che non si sia interessati a visitare ogni singola chiesetta, si gira velocemente ed è piacevolissimo perdersi per vicoli e stradine. Dopo qualche ora torno alla macchina e vado al belvedere nel Parco della Murgia Materana da cui si ha una splendida vista sui Sassi. Ci sono anche vari percorsi a piedi ma purtroppo un temporale in arrivo fomenta la mia pigrizia. Vado a rilassarmi un po’ in agriturismo per poi tornare in città per cena ed ammirare Matera by night. Da non perdere!

La Basilicata che non mi aspettavo mi ha conquistato!

Agosto 2016, 

Silvia Rossi

Segue ⇒  Deep Inside… Basilicata (part 2/2)

 

 

L’Aquila che torna a volare, il borgo ritrovato di Santo Stefano di Sessanio ed il film set di Rocca Calascio

L’Aquila che torna a volare, il borgo ritrovato di Santo Stefano di Sessanio ed il film set di Rocca Calascio.

Al di sopra di ogni aspettativa l’Abruzzo mi si è mostrato nella sua veste migliore: splendide giornate di primavera a colorare il primo verde dei campi nelle vallate ed a risplendere le vette innevate delle cime più alte del Gran Sasso. Il Corno Grande ti osserva benevolo per tutta la permanenza.

Dici “L’Aquila” e subito la mente corre alle immagini del terremoto… 6 aprile 2009, un pensiero alle 309 vittime. Sono passati 8 anni, è ancora un po’ “impacchettata” dalle impalcature dei cantieri e sovrastata dalle gru, ma se ne intuisce tutta la bellezza a cui tornerà presto la “Regina degli Appennini“.  All’antico splendore sono già stati restituiti molti monumenti, ed a breve altri rivedranno la luce.

Le impalcature sono ingentilite dalle opere di vari artisti (vedi http://www.offsiteart.it/callforart.php?call=6 ) che la fanno sembrare davvero un enorme regalo da rendere all’umanità.

Un sentito grazie a delle guide d’eccezione che spiegandomi cosa c’è (o c’era), dietro ai cantieri chiusi e raccontandomi il prima, il durante ed il dopo, mi hanno trasmesso le loro emozioni ed il loro amore per questa città e queste terre d’ “Abruzzi”.

L’Aquila by day & by night photo gallery:

Pochi tornanti a salire sulla Strada Provinciale Barisciano-Castel del Monte e ci troviamo a girellare sulla parte meridionale del massiccio del Gran Sasso ( Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ). Si aprono alla vista panorami montani di una bellezza ancora selvaggia, ribelle (i ripetuti terremoti lo confermano…) ed incontaminata, nonostante siano terre abitate da sempre. Il tempo sembra si sia fermato. Slow Life.

Santo Stefano di Sessanio (1200 mslm) è di diritto nel Club dei Borghi più belli d’Italia, con la sua storia centenaria fa da prima roccaforte all’entrata meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso. Un gioiellino di origine medioevale, feudo della Baronia di Carapelle, crocevia di transumanze, signorie, storia italiana che si intreccia e che lo porta addirittura ad essere di proprietà della famiglia Medici per quasi due secoli… in cui il paese raggiunge il massimo splendore grazie al commercio della lana “carfagna” che veniva poi lavorata a Firenze. Mi ha fatto strano vederne lo stemma capeggiare sulla porta del paese, come fossi a casa insomma!! (la torre medicea che sovrastava il paese è crollata con il terremoto… work in progress, al momento un’intelaiatura di metallo ne ricorda la presenza).

Dopo secoli di quasi abbandono e decadenza, Santo Stefano sta vivendo un suo secondo Rinascimento, soprattutto grazie all’impegno degli ultimi abitanti e ad un investitore straniero che ha acquistato e ristrutturato una piccola parte del borgo per creare un albergo diffuso, ricreando così un interesse turistico verso queste terre e facendo fiorire e sviluppare tutte le attività annesse.

Proseguiamo sulla SP7 in direzione di Rocca Calascio (1460 mslm), l’ambita meta. Talmente ambita che anziché entrare dall’accesso principale passando per il paesino, abbiamo optato per una passeggiata nel verde, fiancheggiando il lato del crinale su cui domina la rocca, per poi risalire dal lato opposto. Strategie 😉 In realtà abbiamo seguito “Ladyhawke“, senza considerare che i falchi entrano dalle finestre.

Come la vista inizia a spaziare a 360°, non occorre molta immaginazione per capire perché vari registi abbiano scelto questa location per ambientare i propri film. (giusto per citarne un altro, Il nome della rosa). E’ una bellezza impervia, apra, il bianco delle pietre della rocca abbaglia e si staglia nel cielo azzurro.

Al temine di questa due giorni abruzzese ci saluta uno splendido tramonto, ricordandoci per l’ennesima volta, quanto le cose belle della vita siano le più semplici. 🙂

FAST TIPS:

A Marta, la marmotta con stile del Gran Sasso, grazie!
Grazie a Daniele e Francesco, le guide d’eccezione!

25 Aprile 2017, Viva la Liberazione!
Silvia Rossi