Conosciute fin da tempi antichissimi per le molteplici proprietà benefiche, le acque di Rapolano Terme sono ricche di zolfo e bicarbonato di calcio, un toccasana per pelle, ossa ed apparato respiratorio.
Perché non regalarsi qualche ora di totale relax con un Notti alle Terme a Rapolano, dopo aver gironzolato per tutto il giorno per colline e borghi delle Toscana?
Conosciute fin da tempi antichissimi per le molteplici proprietà benefiche, le acque di queste località sono ricche di zolfo e bicarbonato di calcio, un toccasana per pelle, ossa ed apparato respiratorio.
San Giovanni Terme Rapolano
Ci sono più di uno stabilimento, ho provato, le Terme di San Giovanni per le sue belle piscine esterne e per il suo orario prolungato il sabato sera fino alle 1:00am con le Notti delle Terme a Rapolano (ci sono vari pacchetti che offrono cena+terme).
La piscina interna ospita la sorgente naturale da cui l’acqua sgorga alla temperatura di 39°c: la temperatura e la presenza dei materiali menzionati fa si che queste acque si disinfettino naturalmente senza bisogno di addizioni chimiche delle classiche SPA o piscine.
Il tramonto sulle colline toscane e la suggestiva illuminazione notturna sulle acque “fumanti” delle piscine esterne, creano un ambiente magico, dove stare “a mollo” nell’acqua calda è un’esperienza di total relax, da far dimenticare che ogni 20 minuti è consigliato uscire dall’acqua! (ultima visita gennaio 2018)
L’altra struttura presente è lo stabilimento Terme Antica Querciolaia , che non ho avuto ancora il piacere di provare. Next time!
Quando andare
Ovviamente a seconda dei gusti: se non si ama il caldo è sconsigliabile l’estate, quella zona può diventare torrida di giorno. Per godersi le belle aree esterne è consigliabile la tarda primavera o inizio autunno a seconda delle annate, per alternare bagni di sole a bagni termali. D’inverno è molto suggestivo ma non ci si godono le aree esterne.
La mia Toscana: Perdersi tra le strade bianche delle Crete Senesi
Perdersi tra le strade bianche delle Crete Senesi: tra colline a perdita d’occhio custodite da casali e castelli secolari, ombreggiati da ordinati cipressi e boschetti di querce. Calanchi, balze e bianconi intervallano il paesaggio lunare dato dal colore di questa terra grigia di argilla, chiamato infatti il Deserto di Accona nel Medioevo. Oggi conosciuto in tutto il mondo come il contesto unico delle Crete Senesi.
Una strada bianca che sale la collina, cipressi schierati come guardiani ambo lati, campi arati intorno fino all’orizzonte. Intorno a me la campagna si prepara all’autunno, ma non perde certo il suo fascino! (certo, da tornarci in primavera!). E’ la Strada di Leonina, un dolce percorso fino all’ omonimo Castello (oggi un hotel&resort da sogno) dopo il quale si interseca con altre strade bianche che si perdono nel paesaggio.
Su una sommità dominate la scena a 360°, strategicamente collocata, impatta Site Transitoire, un’opera scultorea dell’artista JeanPaul Philippe. Non sono un’esperta d’arte, pertanto per più info e per il significato vi rimando alla fonte da cui ho attinto: http://www.cretesenesi.com/site-transitoire-p-1_vis_3_172.html.
La strada bianca continua percorrendo l’ intero crinale fino al paesino di Mucigliano, come una lunghissima terrazza panoramica naturale sulle distese dei campi. Cartoline dalle Crete Senesi.
FAST TIPS : venendo Siena le zone delle Crete Senesi si trovano a sud-est e comprendono i paesi di Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme, San Giovanni d’Asso. Un colore per ogni stagione, dal verde della primavera, all’oro ed il giallo del grano e dei girasoli d’estate.
Asciano: è la capitale de Le Crete Senesi. Nella seconda domenica di ogni mese si tiene il Mercatino delle Crete, con artigiani e produttori di prelibatezze locali.
Strada di Leonina e Site Transitoire: da Siena prendere la SP438, indicazioni per il Castello di Leonina e proseguire in direzione Mucigliani.
Un weekend in stile “Dolce Vita” a base di Bolgheri, vino e poesia, una meta ideale per abbinare vino e letteratura. Grandi Classici per abbinamento.
Bolgheri vino e poesia per un weekend in stile “Dolce Vita”, una meta ideale per abbinare vino e letteratura, grandi classici sempre attuali.
Nell’entroterra della Costa degli Etruschi, a pochi chilometri dal mare, ma immerso nel verde delle colline, Bolgheri è un antico borgo che domina l’area circostante, da cui si hanno grandi panorami sui dintorni.
Bolgheri vino e poesia per rendere omaggio ai grandi vini rossi che si ottengono in queste terre; e poesia, grazie al Maestro Giosuè Carducci, che ne ha descritto i luoghi nelle sue celebri poesie. Dal famoso viale dei cipressi in “Davanti a San Guido”, alla vita quotidiana del borgo nel giorno di “San Martino”, che tutti abbiamo studiato sui libri di scuola (o cantato con Fiorello 😉
Un’ottima meta quando sulla costa “sotto il Maestrale urla e biancheggia il mar”; per una passeggiata immedesimandosi in un
“per le vie del borgo il ribollir dei tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar”
San Martino, Giosuè Carducci
Rallegrandosi con un ottimo calice di vino e davanti a tramonti spettacolari in ogni stagione.
FAST TIPS per un weekend “Dolce Vita” Bolgheri vino e poesia:
La Taverna del Pittore per una cenetta tipica toscana e degustazione dei famosissimi vini Bolgheri DOC rosso (e budget permettendo è possibile anche degustare un calice di Bolgheri Sassicaia DOC). Consiglio un tavolo all’aperto sotto il porticato.
Pernottamento all’ Agriturismo La Leccia, un casolare immerso nella pace di vigneti ed oliveti, dove il tempo sembra essersi fermato. Graziose le camere in perfetto country style. (€50,00/notte camera doppia in bassa stagione, sett2017).
Dedicato a chi cerca la poesia, a chi se ne circonda, a chi la fa. Cin Cin
Breve check list per evitare piccole dimenticanze che possono causare grandi disagi!
Mi riaggancio ad un post di ormai un annetto fa, grazie a Wanderlust-I viaggi di Robi che mi ha nominato per partecipare ad un simpatico gioco, ovvero stilare la lista di Cosa non dimenticare mai in viaggio, e nominare altri travel bloggers che seguo con piacere:
Il tema mi è caro, perché per me il bagaglio è sempre fonte di ansia che si conclude solo quando lo vedo imbarcarsi all’aeroporto! E’ un’ansia verso me stessa e verso la mia testa, che sicuramente ha dimenticato qualcosa (o lo dimenticherà poi da qualche parte).
Cosa non dimenticare mai in viaggio, è ovviamente molto personale e nel corso del tempo e delle esperienze fatte, ognuno avrà stilato le proprie priorità/necessità/attitudini (e non-attitudini) per far fruire il viaggio nel migliore dei modi, evitando piccoli contrattempi che possono diventare grandi disagi.
Comunque, tornando a Cosa non dimenticare maiin viaggio, ecco le mie:
Digital Travel Kit: per esempio, io combatto da decenni con la “sfiga tecnologica“, che ancora non ho imparato bene a gestire. Ho capito però che posso mitigare i danni tenendo tutto compattato in un porta oggetti (stagno ed ignifugo!!), che chiamo appunto Digital Kit: adattatori, cavi e cavetti vari, power bank (almeno 2), SD cards, chiave USB, etc etc, doppioni di tutto, anche un cellulare “muletto” di riserva. Ed anche qui devo combattere contro me stessa, che dimentico cose a giro per ostelli e alberghi. 🙁
Il kit viene decimato ad ogni viaggio e deve essere ricontrollato prima di ogni partenza (al pari di quello del pronto soccorso). Ovviamente il Digital Kit è subordinato all’ingombrante presenza di una macchina fotografica, ed alla minore, ma non meno esigente in termini di accessori, di uno smartphone.
Sacco a pelo leggero: (premessa, sono freddolosa anche ai Caraibi). Correva l’anno 2005 quando lo acquistai in una nota catena di attrezzature sportive, con la romantica idea di dormirci nelle spiagge Cubane… idea mai realizzata, perché preferimmo comode casas particulares 😂, ma servì ugualmente!
Lode al mio sacco a pelo: è piccolo, leggero, chiuso è un morbido cilindretto che può essere usato come cuscino, mentre aperto, nella sua reale funzione di sacco a pelo, mi ha salvata in varie occasioni:
dalla gelida aria condizionata dei pulmann di Cuba, Turchia, Messico, Perù e Colombia, dove mi sono sparata intere nottate imbacuccata, guardando le palme dal finestrino con il naso congelato sotto gli sguardi divertiti della gente del luogo.
dalla gelida aria condizionata degli ostelli della Colombia, dove entrare nel dormitorio sembrava di cambiare continente.
dalle strane macchie dei materassi del bungalow di Mykonos e di altri ostelli nel mondo.
dall’ aggressione di insetti che vivono a certe latitudini oppure nei materassi di alcuni ostelli.
Personal Care Travel Set: se il viaggio è lungo, e di conseguenza ricorro ad ostelli, non mancano mai con me accappatoio ed asciugamani in microfibra. Nel beauty case, giusto l’indispensabile ed una base di prodotti in campioncini. I Duty Free Shops degli aeroporti sono sempre fonte di ispirazioni/acquisti di prodotti in versione travel size!
Cambio di vestiti per massimo 4/5 giorni, passaporto alla mano, carta di credito e bonaaaa ci si!
E sperando proprio di dimenticare quei pensieri della vita quotidiana che tanto pesano !! Always Aim High!
Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra è il mio racconto di questa meravigliosa esperienza a contatto con la natura e lontana dalla cosiddetta civiltà. Un sogno che ho da quando ero bambina e guardavo affascinata i documentari: vedere il polmone del mondo, la foresta pluviale Amazzonica.
L’infinita distesa verde che ad un certo punto ha riempito sia il finestrino dell’aereo che i miei occhi e la mia anima di gioia in un nanosecondo, ha spazzato via ogni dubbio o insicurezza sulle scelte fatte. Ancora dovevo atterrare e già non vedevo l’ora di essere Perdida en Amazonas nel cuore di Madre Terra, nel regno di Pachamama!
Uscita dal minuscolo aeroporto di Iquitos (dall’alto una ferita nella giungla) mi accolgono un meraviglioso caldo tropicale (venendo dal dicembre fiorentino…) ed un super sole che alle 8 del mattino è già ustionante. Contratto un mototaxi ed in un traffico pazzesco e senza regole mi porta al Flying Dog Hostel proprio sul Malecón di Iquitos… che si affaccia sul Rio Amazonas.
Il fascino di Iquitos è fortemente legato alla sua particolarissima posizione geografica, ma anche all’aspetto un po’ decadente che l’accompagna: la cittadina ha infatti vissuto anni di gloria quando l’economia era esplosa intorno al caucciù, per poi decadere quando questo prodotto è stato sostituito dalla chimica oppure da approvvigionamenti più convenienti in altri posti del globo. Meravigliosi colori, suoni e odori tropicali che riescono a mitigare i forti contrasti tristemente tipici di molti paesi che hanno subito uno sfruttamento su tutti i fronti.
La cittadina è piccola e si gira velocemente se non ci si perde per il mercato di Belem a parlare con i venditori a cercare di capire cosa sono la maggior parte dei prodotti!! Un luogo unico al mondo, magico, il mercato della Selva.
Il pick up del Cumaceba Lodge arriva puntualissimo, un breve tragitto fino all’ imbarcadero ed in un’oretta di navigazione sul Rio raggiungiamo il paradiso… il Cumaceba Lodges, un eco-villaggio nel cuore della Selva.
Golbert è una Super Guida. Nei 4 giorni a seguire non ha mai smesso di raccontare storie incredibili, da spiriti della selva che ti rapiscono ad anaconda giganti mangia-uomini… indigeni, shamani, etc etc, le classiche storie che ancora raccontano ai loro bambini per insegnargli ad aver rispetto della natura ed una sana paura della Selva, del Rio e dei suoi pericolosissimi abitanti.
Lo scorrere delle giornate è stato scandito da passeggiate nella selva a varie ore del giorno per poter vedere i vari animali, ma soprattutto per riempirsi le orecchie dei loro suoni… infiniti, continui, sconosciuti… una musica incessante, come un concerto in cui i musicisti si danno il cambio nel corso della giornata a rotazione.
A navigare sul Rio a cercare i delfini rosa (visti grigi…), oppure addentrandosi nei rami secondari del fiume per pescare pirañhas (d mangiare poi a cena!). Come dice Golbert, nella giungla tutto quello che si muove è mangiabile (…) e il pirañha era buono, ed anche il pesce gatto fritto (ok fritto è buono tutto). Birrette al tramonto al molo del lodge, mega oziate in amaca. L’alba come sveglia, l’imbrunire per il riposo. That’s life.
Il picco di felicità l’ho raggiunto durante la visita ad un centro di recupero animali feriti, tra scimmie, pappagalli e bradipi… tutti liberi… senza paura dell’uomo… una bambina impazzita!
Vivere 4 giorni e 3 notti nel cuore della foresta Amazzonica peruviana, totalmente disconnessa dal mondo a me conosciuto, dalle comodità basilari a cui sono abituata (elettricità solo poche ore la sera, zero segnale telefonico), ad almeno un’ora di navigazione dal centro abitato più vicino, con insetti e tarantole come fosse il giorno del giudizio, bhè, da non credersi, ma sono stati i quattro giorni più rilassanti della mia vita. Senza interferenze e/o stimoli esterni che potessero distrarmi dal mio obiettivo e totalmente connessa con me. Mangiare. Dormire. Meditare. Parlare con alberi e animali. Troppo pochi 4 giorni. Riportatemi li!!
Un weekend tra cantine, musei e mercatini di Natale
Rovereto con “Metodo Classico” come puro riferimento al metodo di produzione dello spumante Trento DOC, che con le sue bollicine è stato un po’ il protagonista di questo weekend trentino, 🙂 , ma anche inteso come un classico elenco di cose da non perdere, da vedere e da fare. Rovereto offre emozioni per tutti i gusti: è storia, arte, cultura, natura, enogastronomia d’eccellenza. Una cittadina elegante e piacevole, passeggiare per le vie del centro storico e rispolverare importanti pezzi di storia, lasciati da tempo nei libri di scuola.
Arte: scrivo solo MaRT ed agli esperti d’arte s’illuminano gli occhi… la struttura di Botta&Andreolli raccoglie infatti una delle più mirabili collezioni del ‘900 italiano e le sue correnti, in primis il futurismo ed i suoi protagonisti.
Storia: per gli appassionati è d’obbligo la visita al Museo della Guerra, all’interno del Castello quattrocentesco che domina la città. Negli imponenti torrioni sono conservate varie raccolte, la più importante è sicuramente quella inerente alla Grande Guerra che purtroppo da queste parti ha avuto i suoi tremendi teatri. A perenne memoria, la Campana dei Caduti, simbolo della città, suona tutte le sere al tramonto cento rintocchi per onorare i martiri di tutte le guerre.
Natura: nel cuore della Vallagarina, circondata dalle prime cime delle prealpi, offre tutte le attività all’aria aperta di montagna possibili! Ma non è proprio il mio ambito… vi rimando ai più esperti! http://www.visitrovereto.it/vivi/outdoor/
Mercatini Natale: niente da togliere ai più famosi dell’ Alto Adige! Fino alla Befana allieteranno le vie del centro con tutte le tipicità della regione.
Enogastronomia: mi sono soffermata più che altro sulla parte “Eno”, con visita a due cantine, dai contesti totalmente diversi tra di loro, ma allo stesso modo affascinanti.
Cantina Mori Colli Zugna: da fuori si vede solo la bella enoteca di design, in realtà nasconde la più grande cantina ipogea di Europa. Prenotando la visita è possibile seguire il percorso delle uve dal loro arrivo in cantina, al processo di vinificazione. Una realtà sociale che riunisce circa 680 produttori distribuiti su 700 ettari dei dintorni. A fine visita una bella degustazione!!
Balter Vigna e Vino:nella cantina Balter non fermenta solo vino… ma sopratutto la storia secolare che accompagna le mura dell’antico castelliere e che il Signor Balter ti racconta trasmettendoti tutta la sua passione di vignaiolo di montagna indipendente! E con pazienza e semplicità, il Metodo Classico non è più un segreto anche per noi! La degustazione finale è un viaggio in tutti i vini prodotti, dalle bollicine, ai bianchi fermi, per finire con i rossi… circa 10 etichette!!
Per mangiare, le mie scelte:
Osteria del Pettirosso(Rovereto TN): propone un interessante menù con specialità italiane dal tocco trentino ed una notevole carta dei vini. Ambiente molto curato, nei caldi toni del legno, è perfetto anche per un aperitivo al banco. Nell’antica cantina è stata ricavata una sala dove si tengono serate Jazz.
Al Silenzio (Rovereto TN):Trentin Sushi??? Ebbene si! Nelle versioni “Lago di Garda” dove predomina la trota, oppure con gli ortaggi biologici della “Valle di Gresta”. Un Sushi a Km 0! E tanti altri piatti dal nome esotico, ma con ingredienti locali!
Casa del Vino della Vallagarina (Isera, TN): Ogni giorno un menù diverso, composto da pochissimi piatti, ed elaborato dallo Chef a seconda della stagionalità e disponibilità dei prodotti locali. Ovviamente abbinati ad uno dei tanti vini della Vallagarina!
A caso nelle Marche per un Ferragosto alternativo, per soddisfare la mia curiosità verso questa regione che da tempo avevo il tarlo di “esplorare” e la cui lista dei posti da vedere e delle cose da fare si stava allungando a dismisura… meglio mettere un fermo! E nel forzato “ponte” di Ferragosto 2017, parto, molto, molto a caso, in direzione delle Marche. A caso nelle Marche #ferragostoalternativo2017
A caso nelle Marche a giro per antichi borghi
Le Marche con il suo passato medioevale sono fitte di rocche e castelli la maggior parte dei quali perfettamente conservati. Costruiti sulle cime dei colli, a secolare guardia del territorio, si stagliano nel panorama riportandoci con la mente a quei tempi burrascosi.
A caso nelle Marche a giro per cantine
A giro per cantine è un altro ottimo modo per godersi e eccellenze di questa terra, dove la viticultura è conosciuta da tempi remoti e fa parte della cultura e tradizione locale. Il Verdicchio è sicuramente il vitigno più conosciuto ed è presente in numerose denominazioni di origine come il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC e la Riserva DOC, il Verdicchio di Matelica DOC, Esino DOC, Colli Pesaresi DOC, Colli Maceratesi DOC, Marche IGT .
A caso nelle Marche a giro per meraviglie della Natura
Le Marche sono un territorio ricco di naturalezza, dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dalle Grotte di Frasassi, alla Gola della Rossa e del Furlo: luoghi perfetti per sport all’aria aperta, trekking, mountain bike, immersi nelle meraviglie della Natura.
Gola della Rossa e del Furlo: coming soon
Pur essendo la settimana di Ferragosto, non ho trovato il caos presente in località più famose e mi sono goduta questi posti con la massima pace e tranquillità. Curiosi delle altre tappe? Seguitemi in quello che è stato, almeno per me, un #ferragostoalternativo2017 #destinazionemarche
Naturalmente non ho finito il lungo elenco di luoghi che voglio visitare in questa regione e che nel corso di questo weekend si è ovviamente allungato… ottime mete per futuri fine settimana alla scoperta delle Marche.
Un altro intenso giorno attraverso questa stupenda regione… Deep Inside… Basilicata!! Inizio dal Lago di San Giuliano, Riserva Naturale Oasi WWF a pochi km da Matera. Le rive sono coperte di un tappeto di erba verde che sembra appena tagliato, mi spiegheranno poi che sono le pecore a brucarlo così… altro che tosaerba!!! Mentre bivacco al sole sulla riva, incontro un nonno con nipotino che passeggiano, ed incuriosito da una ragazza sola, con la tipica gentilezza degli anziani, mi attacca bottone. Nel mentre arriva un gregge di pecore che ci passa tutto intorno e prosegue il suo cammino. Arriva anche il pastore, amico del nonno, soliti convenevoli, tira fuori un thermos di caffè, dei bicchierini di plastica e ce lo offre. Mi fanno tantissime domande sulla mia città, sul Nord, ma a mia volta sono incuriosita da loro… non parlano dialetto, ma in italiano corretto e forbito e con poco accento… infatti, il nonno è un professore in pensione, mentre il pastore ha studiato Legge, era avvocato, ma ha preferito tornare alla vita dei suoi avi… lezioni di vita. Touchée!
Proseguo, mi fermo a Miglianico, giratina in piazza ed intorno al Castello del Malconsiglio (chiamato così perché qui è avvenuta la congiura dei Baroni del 1485 contro gli Aragonesi) ma è chiuso (è l’ora di pranzo…), mi rimetto in moto.
Da qui inizio a studiare le varie strade provinciali che mi porteranno a Melfi entro sera. SP8 poi SP del Fondo Valle Basentello + SP Val Fosso Acqua di Lucania + SPexSS96 fino a Irsina, altra chicca arroccata su un cucuzzolo tufaceo. Sono innamorata persa di queste colline e di ogni paesino arroccato sul tufo; la mente si libera e fa spazio.
Continuo sulla SP96, la strada inizia a salire, all’orizzonte il Vulture si fa sempre più nitido; passo da Oppido Lucano e sulla SS169 arrivo a Pietragalla (circa 800 mt slm) dove mi fermo a vedere gli antichi palmenti. Sono antichissime costruzioni rurali dove avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto. Non a caso sto entrando in terra di vini, nello specifico di un grande rosso, l’Aglianico del Vulture DOC, ottenuto dal medesimo vitigno e da alcuni chiamato il Barolo del Sud.
Sulla strada trovo Castel di Lagopesole, visto che Miglianico era chiuso, mi tolgo le voglie di storia e cammino dove Federico II amava ritirarsi (uno dei miei personaggi storici preferiti).
Arrivo a Melfi al B&B Le Camelie, giusto il tempo di prendere possesso della camera (grande e confortevole) che il tempo stringe e riparto per Venosa, la presunta città di Orazio che mi era rimasta fuori dal percorso ed a cui ho potuto dedicare solo poche ore. Un peccato, perché tra vedere e fare, valeva la pena decisamente di più. Arrivo in città in un’allegra sera di agosto, con spettacoli in piazza ed una bellissima luna piena ad accompagnarmi.
Rientrando a Melfi al B&B, mi fermo a comprare dell’acqua ad un baracchino e nell’accostarmi al marciapiede esplode una gomma della macchina… il rumore attira la gente che era li nei dintorni… il luogo si rivela essere il posto delle sagre e dei concerti del paese e ne era appena finito uno… volenterosi soccorritori per fortuna non sono mancati!! Racconto brevemente la mia storia, che volevo prendere solo dell’acqua, andare a fare due foto al castello e poi a nanna… Francesco “O’Cines” e Pietro “l’Assessore” prendono in mano la situazione: chiamano a rapporto dei ragazzi più giovani per spostarmi l’auto dove non intralci, mi danno l’acqua, un po’ di cocomero in vaschetta, obbligano altri a portarmi al castello per le mie foto e poi al B&B. L’indomani mattina avremo risolto il problema della gomma. Organizzazione Top!! Grazie ancora a tutti i ragazzi che mi hanno aiutata!!
DAY 4
Anche grazie al proprietario del B&B, che mi ha accompagnata da un gommista ed a recuperare il mezzo, con una spesa minima ed in poco tempo risolviamo il dramma gomma e tutta contenta, di nuovo padrona della mia libertà di movimento, me ne vado a Rionero in Vulture, dove avevo la prenotazione per la visita e la degustazione a Le Cantine del Notaio … un viaggio nel magico mondo del vino, fin nelle sue antiche radici, nel suggestivo scenario delle cantine scavate nel tufo secoli or sono. Un ringraziamento speciale a Luana che ha guidato la visita con professionalità, simpatia ma soprattutto tanta passione!
Finisco il tour che è l’ora di pranzo e mi consigliano di andare a fare un giro ai laghetti vulcanici di Monticchio, incastonati nel massiccio del Vulture. Passeggio intorno al più piccolo, appena 1km di circonferenza… Natura, silenzio, pace nel verde dei boschi che mi circondano… una perfetta cartolina di saluti…
Con immenso dispiacere il mio viaggio Deep Inside Basilicata finisce qui, un arrivederci sincero e grato, quasi commosso (sarà il vino 😉 ) a queste terre ed ai suoi abitanti. Quattro giorni intensi e stancanti, ma allo stesso tempo rigeneranti, spesso distaccata dal mondo per riprendere contatto con il mio. Deep Inside.
Arrivederci Basilicata!
A me.
Agosto 2016
Silvia Rossi
E non le fai delle altre tappe risalendo l’Italia verso Firenze?? Dove? Cosa? seguitemi… 🙂
Agosto 2016: “Deep Inside Basilicata” è stato il mio primo viaggio in solitaria che non fosse per lavoro, il primo viaggio al Sud. Non so quale istinto mi abbia portato a scegliere questa meta, sta di fatto che me ne sono così innamorata che trovo continui nessi con la mia amatissima Toscana 😉 . Una regione da esplorare in ogni suo paesino, dal mare alla montagna, ai boschi, alle infinite distese di campi e uliveti.
DAY 1: da Maratea a Matera
Dopo qualche giorno di relax sulla costa Tirrenica, al confine tra Basilicata e Calabria, in ottima compagnia ed in assoluto stile locale, mi lascio alle spalle lo spacco roccioso della costa Tirrenica Lucana, la folla ed il chiasso del Ferragosto appena passato.
Saluto Maratea, una delle perle del Tirreno, il mare, il Barbanera Beach Bar ed anche il Cristo Redentore: non sono religiosa ma non vorrei s’offendesse ;);), è simbologia pura, e poi diciamocelo, fa un po’ Rio 😉 Mi sembra un ottimo punto per far iniziare il viaggio!
E’ subito coda sulla SS18 che serpeggia lungo la costa a strapiombo sul mare, causata da un incendio, uno dei tanti che ogni estate imperversano in queste terre… 🙁 … almeno c’è il panorama… blu mare e cielo che si confondono all’orizzonte nella calura estiva. Addentrandomi sulla SP3 Tirrena la strada inizia a salire e dopo pochi km la macchia mediterranea inizia a far posto a paesaggi brulli e rocciosi che si alternano a boschi di montagna.
Arrivo a Lauria senza aver incontrato un’anima… qualche foto al suggestivo panorama appenninico poi proseguo per la SS19 Delle Calabrie fino alla SS653 Sinnica che si snoda quasi elegante lungo il fondovalle del fiume Sinni fino alla costa Jonica. I panorami qui mi rapiscono, le montagne boscose dell’ Appennino Meridionale sovrastano la strada che bordeggia i confini nord del Parco Nazionale del Pollino (il più grande d’Italia), dove eroici paesini arroccati ti guardano sospettosi dall’alto. Nel mezzo scorre il Sinni, un po’ in secca ad agosto, greggi di pecore annoiate brucano la poca erba delle rive, in una ruralità di un tempo passato quasi surreale .
Passo Latronico, Episcopia, costeggio il Lago di Monte Cotugno e qui riesco ad intrufolarmi fin sotto la diga ed a risalire sull’altro lato ad ammirare il panorama. Mi fermo a Valsinni per un caffè edimparo la triste storia della poetessa cinquecentesca Isabella Morra vi invito a leggerla… una storia così antica, così attuale in alcuni drammatici dettagli.
Adesso i paesaggi sono più dolci, distese di campi e oliveti intervallano colline tufacee disegnate da scenografici calanchi che mi ricordano molto alcune parti della mia amata Toscana. E poi ancora grotte e canyon che si sono formati con l’erosione del tempo. Attraverso la Val D’Agri, l’altra grande valle della Basilicata in direzione Craco, un must to see, la famosa ghost town italiana, set di numerosi film (Craco Museum). Continuo verso la meta finale, fino alla SS407 Basentana. Pisticci, Ferrandina, e Miglionico ed altri paesi, arroccati sulle estremità dei colli più impervi, da sempre a difesa di sé stessi.
Inizio ad intravedere Matera, ma riesco a perdermi sul finale, sulla strada per l’agriturismo sconfinando in Puglia… salgo per qualche curva ed all’improvviso un altopiano infinito di campi appena arati dopo la mietitura fino all’orizzonte (Le Murge??!!). Nel mentre, il tramonto sull’altopiano, che bello perdersi!!! Sono stanca, il navigatore (in botta) mi sta facendo girare a vuoto per le strade bianche senza trovare il posto… per fortuna incontro degli anziani contadini, gli chiedo info sulla Masseria La Fioritaed uno mi risponde “macchè fiorit’ qui è tutt’appassitt’ ” Sto ancora ridendo! Uno di loro poi mi fa strada col motorino. La Masseria è deliziosa, pensata nei minimi dettagli per gli ospiti e Maria Laura è una padrona di casa stupenda! E’ immersa in un’oasi verde e da vera fattoria che è, ha gli animali e le produzioni. Ceno all’agriturismo Le Matinellesul poggio accanto, crostoni con cicoria e purea di fave e patate tutto km 0 e bio! (ottimo!).
DAY 2: Matera Capitale della Cultura Europea 2019
Mi sveglia presto un tintinnare di campanelli, incuriosita mi affaccio e vedo la scena del pastore che apre il recinto e tutte le pecore in fila, ordinate, escono e si dirigono al pascolo passando per l’aia proprio sotto la finestra: le saluto (come sempre, porta bene!) e ci auguriamo una buona giornata! Con molta calma vado verso Matera, fortunatamente non ci sono resse di turisti, trovo facilmente parcheggio, un panificio per un pranzo al sacco che mi gusterò più tardi arroccata su un sasso, e via! Su e giù per le stradine, girando in lungo e largo i Sassi. A meno che non si sia interessati a visitare ogni singola chiesetta, si gira velocemente ed è piacevolissimo perdersi per vicoli e stradine. Dopo qualche ora torno alla macchina e vado al belvedere nel Parco della MurgiaMaterana da cui si ha una splendida vista sui Sassi. Ci sono anche vari percorsi a piedi ma purtroppo un temporale in arrivo fomenta la mia pigrizia. Vado a rilassarmi un po’ in agriturismo per poi tornare in città per cena ed ammirare Matera by night. Da non perdere!
La Basilicata che non mi aspettavo mi ha conquistato!
Alla ricerca del Thai Mood: a zonzo tra Koh Tao, Koh Samui, Koh Phangan
Dopo quasi due settimane di città, templi e giungla è giunto il momento delle isole, volutamente lasciate per ultime per godersele e fare il pieno di relax prima del rientro. Per provare a risparmiare un po’ di soldi ho in realtà perso molto tempo negli spostamenti, ma fa parte del viaggio, sono quelle vicissitudini che lo rendono più corposo.
Come quando, dopo un’intera giornata da Chiang Rai a Chumpon (tra aeroporti, taxi, aliscafi, minivan, ect), arrivi all’ “hotel” (una casa appena ristrutturata in mezzo a cantieri in corso) alle 11pm: tutto buio, in mezzo al niente e nessuno a cui chiedere… solo un’altra coppia di backpackers ed un cane (come milioni a giro per il paese)… chiamo il numero di tel sulla prenotazione, mi rispondono “ten minutes” e poco dopo arriva una signora in motorino che con nonchalance apre le porte, ci da due indicazioni a gesti e con poco inglese, e se ne va. La mattina dopo, alla luce del giorno, realizzo di trovarmi in una zona nuova in piena costruzione e che la strada più corta per arrivare al porto è via spiaggia…
Koh Tao: hotel direttamente sulla spiaggia di Sairee Beach. Consiglio di fare il giro dell’isola in barca, di solito un’escursione di una giornata che includa una sosta a Koh Nang Yuan ed il suo istmo di sabbia bianca; salite fino alla cima della collinetta per la foto di rito. Le barche effettuano soste apposite per permettere di fare snorkeling in una moltitudine di pesci e coralli coloratissimi! Sole e Monsoni si sono alternati equamente facendomi godere di questo paradiso dove avrei dovuto dedicargli un paio di giorni in più. Siamo in pieno agosto e Sairee Beach è pressoché vuota… un sogno!! Di sera invece si anima, la musica si alza ed i barrettini si riempiono di gente. Drink vista mare con spettacoli acrobatici dei giocolieri del fuoco… il Thai Mood potrebbe essere qui 😉
Koh Samui: i miei più sentiti ringraziamenti al barrettino “Freedom” sulla spiaggia di Lamai, proprio accanto al resort, il Seaview Paradise Beach and Mountain Holiday Villas Resort. . 😉 Bella anche la spiaggia di Chewang ma un po’ troppo affollata ed “attiva” per i miei gusti, come del resto un po’ tutta l’isola che offre attività di tutti i tipi. Bellissimo il Mu Ko Ang Thong National Marine Parke la vista dell’arcipelago dal View Point (vale la scarpinata).
Koh Phangan: scelta sia per completare il giro di questo gruppo di isole, che per immensa curiosità verso il Full Moon Party con cui ho fatto coincidere le date. Anche qui un sincero grazie ad il Bamboo Bar vicino al resort (The Great Escape) che è stato veramente amichevole 😉 Il Full Moon party è una bella idea commerciale, migliaia di ragazzi/e da tutto il mondo riuniti sotto la luna piena (esiste anche l’Half Moon Party), organizzazione certosina con tanto di “sleeping area” (o area collasso) dove puoi lasciare l’amico/a disagiato di turno (o essere lasciato/a) su dei comodi tappeti sotto lo sguardo vigile di infermieri della Croce Rossa. Koh Phangan è l’isola che più mi è piaciuta per il suo aspetto selvaggio, peccato per i Monsoni che invece non me l’hanno fatta godere al 100%…